Le condizioni meteo climatiche europee sono influenzate dalla Corrente del Golfo, la quale è notoriamente indebolita rispetto al passato. Il fenomeno è studiato da alcuni decenni, ed è tornato alla ribalta mondiale dopo che alcune conclusioni sono state diffuse dopo diversi anni di nuovi studi scientifici. Comunque, non esiste un consenso scientifico unanime che l’indebolimento della circolazione termoalina nel Nord Atlantico sarà responsabile di cambiamenti climatici in Europa.
Il maggior flusso di acqua dolce nel Nord Atlantico sta determinando il rallentamento dell’AMOC (corrente oceanica nel Nord Atlantico), ciò è dovuto allo scioglimento dei ghiacci artici, compresa la banchisa polare, i quali contengono acqua dolce in grandi quantità.
Il rallentamento della Corrente del Golfo è palese, ed è determinato con un calo della temperatura marina, che da anni interessa un’ampia area del Nord Atlantico. Quell’ampio spazio fu nominato “Blob Atlantico“, e negli anni non si è disperso, e che ha influenzato le stagioni europee del semestre freddo.
Gli effetti del riscaldamento globale – qualunque esse siano le cause – stanno determinando conseguenze peggiori rispetto alle proiezioni dei modelli matematici. Questo è stato riscontrato con dati e fatti in varie parti del Pianeta.
Un errore diffuso è sostenere che il riscaldamento globale comporti un aumento costante e uniforme della temperatura terrestre. Sempre più studi sostengono che questo determinerà un aumento della variabilità delle condizioni meteo terrestri, con forti ondate di calore e intense ondate di gelo. Ciò è riscontrabile già fin d’ora.
Come detto, a causare il rallentamento della Corrente del Golfo sarebbe dovuto l’aumento del flusso di acqua dolce.
Si è parlato diffusamente dello scioglimento di enormi masse di ghiaccio in Groenlandia, eppure la massa ghiacciata non è calata proporzionalmente alla sua fusione, questo perché sono aumentate a dismisura, specie nel settore meridionale, le precipitazioni nevose.
Le nevicate sono aumentate anche sulla banchisa polare, si parla di incrementi sino al 500%. Per altro, nevica più che in passato anche in altre regioni sub-artiche come la Siberia. Tali fenomeni contribuiscono a mantenere a ridurre l’impatto sulle masse ghiacciate dei grandi ghiacciati, seppur aumenti l’apporto l’acqua dolce derivante dal disgelo.
Alcuni modelli matematici sul clima indicano che l’Europa occidentale potrebbe essere influenzata dall’indebolimento della Corrente del Golfo che aumenterebbe, fenomeno già riscontrabile, la continentalità del clima europeo. Si potrebbe avere un aumento di frequenza e intensità delle tempeste oceaniche nel semestre freddo, calerebbe la temperatura media invernale, o quantomeno, ci sarebbe un aumento di frequenza e intensità delle ondate di gelo, alternate a periodi miti dovuti al riscaldamento globale.
Le estati, tuttavia, continuerebbe ad essere molto calde, con una forte ingerenza di masse d’aria provenienti dal Nord Africa.
Con l’attenuazione della Corrente del Golfo, però, la temperatura media europea, specie delle coste oceaniche, diminuirebbe, e numerosi porti scandinavi e islandesi liberi dai ghiacci invernali, diverrebbero inagibili, al pari di altri alle medesime latitudini.
Un cambiamento climatico tale avrebbe un impatto rilevantissimo sul clima di Isole Britanniche, Francia, Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e fin sino al Mar Baltico. Il freddo siberiano avrebbe maggiori occasioni di avanzare verso ovest, e determinare periodi di freddo imponente.
Il Mar Mediterraneo patirebbe di condizioni meteo climatiche più variabili, con estati molto calde, interrotte da burrasche violente, e d’inverno la neve cadrebbe con maggior frequenza sino alle basse latitudini. Per intenderci meglio, avremmo stagioni estreme, e d‘Inverno maggiori occasioni per avere nevicate nelle città costiere.
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