Meteo d’inverno, ormai mancano poche settimane per l’inizio meteorologico, che comincia circa tre settimane in anticipo rispetto a quello astronomico. Ma quali caratteristiche ha il clima invernale in Italia? Le differenze da anno ad anno possono essere molto ampie, perché diverse possono essere le masse d’aria che raggiungono la nostra nazione. Ecco allora che può servire ricapitolare tutto quello che potrebbe avvenire.
Un inverno freddo vedrà la prevalenza di masse d’aria che giungono dai quadranti orientali o nord-orientali. E’ dalla Russia infatti che giunge l’aria più fredda, quella associata al grande anticiclone russo-siberiano. Nella classificazione della masse d’aria viene definita aria polare continentale fredda. Durante il febbraio 2012 l’Italia fu investita da questo tipo di massa d’aria e il freddo fu epocale, non distante da quello del febbraio 1956 o del gennaio 1985. Nevicate pesantissime caddero sui versanti orientali, ma al Nord Ovest quel periodo fu freddo ma secco. In taluni casi, è successo varie volte in passato, l’aria fredda che travalica l’Italia e raggiunge il Mediterraneo occidentale, o addirittura l’Atlantico orientale al largo della Francia, genera delle depressioni che quando la circolazione fredda termina cominciano a muoversi verso oriente e a causare le famose nevicate da addolcimento. In questo caso le regioni più interessate dal fenomeno sono proprio quelle di Nord Ovest.
Molto fredde possono essere anche le avvezioni di aria artica continentale fredda, che si originano sui mari a nord della Russia (Mare di Barents, Mar Bianco). Quella del gennaio 1985 è probabilmente l’avvezione di aria artica continentale più estrema che abbia colpito l’Italia e gran parte d’Europa nell’ultimo secolo. In questo caso le nevicate possono essere diffuse al Nord quanto al Sud e la colonnina di mercurio può toccare valori davvero siderali tanto in montagna quanto nelle pianure del Nord. Sia le avvezioni di aria artica continentale che quella di aria polare continentale portano spesso impetuosi venti di Bora, un vento che caratterizza la stagione fredda sull’Alto Adriatico. Durante l’ultimo inverno, nel mese di gennaio, abbiamo avuto un periodo piuttosto lungo con un’influenza sull’Italia di questo tipo di massa d’aria.
Le avvezioni di aria artica marittima fredda sono invece assai meno fredde. Giungono dalla zona scandinava e trovano nelle Alpi un valido ostacolo. Sono più frequenti alla fine dell’inverno e in primavera, e causano spesso abbondanti nevicate alpine e appenniniche. A volte possono essere associate a temporali nevosi. Possono causare nevicate fino al piano al Nord e a quote collinari al Centro Italia. Quando l’aria artica è deviata verso est dall’avanzamento di un anticiclone atlantico, possono causare episodi di fohen sui versanti meridionali delle Alpi.
Ancora più mite è l’aria polare marittima fredda. A dispetto del nome, di polare, nel senso gelido, ha ben poco. Si tratta infatti della massa d’aria associata al fronte polare, ovvero alle depressioni semipermanenti che stazionano tra il Canada orientale e l’Islanda nel Nord Atlantico. Più chiaramente ancora si tratta del tipo d’aria che giunge con le depressioni atlantiche. Con il transito di una perturbazione atlantica in pieno periodo invernale le nevicate giungono generalmente solo a partire da quota di medio-bassa montagna. Con l’eccezione delle regioni di Nord Ovest, in particolare il Basso Piemonte, l’entroterra ligure di ponente, la Val d’Aosta, la Lombardia ed Emilia occidentali, dove spesso, per particolari motivi orografici, queste perturbazioni causano nevicate, anche abbondanti, fino al piano. Se le masse d’aria tendono a venire più da sud-ovest, la quota neve, specie al Centro-Sud e sulle Alpi Orientali, si può alzare notevolmente. Quando le depressioni atlantiche affondano in Spagna o nel Mediterraneo Occidentale, sull’Italia abbiamo un richiamo di correnti sciroccali che possono portare ad un drastico aumento termico e conseguentemente anche della quota neve. A queste depressioni sono spesso associati gli eventi di Bora scura e Tramontana scura, ovvero venti freddi da nord/nord-est in condizioni di maltempo, caratteristici sia dell’Alto Adriatico che del Mar Ligure e Alto Tirreno.
Più deboli sono le perturbazioni che giungono con l’aria polare marittima calda, ovvero da latitudini atlantiche più basse, comprese tra la Penisola Iberica e l’Irlanda. Di solito causano periodi assai miti e un po’ grigi al Nord, che usando un’espressione di uso comune potremmo definire “né carne né pesce”. Traducendo, non fa caldo, ma per essere inverno non fa nemmeno freddo. Non è bello, ma non è nemmeno troppo brutto.
Ma non sempre l’inverno è preda di masse d’aria fredda o perturbata. Non raramente arriva l’anticiclone subtropicale atlantico, il famoso Anticiclone delle Azzorre, ovvero l’aria tropicale marittima calda. I suoi effetti possono essere differenti a seconda di dove si posiziona. Quando giunge rapidamente dalla Francia causa venti di caduta molto caldi dalle Alpi Occidentali e la temperatura al Nord Ovest può superare i 20°C, addirittura i 25°C. Se staziona sul Mediterraneo, causa clima molto mite lungo le coste italiane, mentre nelle valli avremo inversioni termiche notturne e nebbie. In questi casi in Val Padana può presentarsi la nebbia fitta, associata a temperature molto basse, mentre sul resto d’Italia sembra primavera.
L’ultima possibilità è che giunga l’aria tropicale continentale calda, vale a dire quella che giunge dal Nord Africa e dal Vicino Oriente. Si tratta del famoso Scirocco, che può portare clima molto mite o addirittura caldo al Sud, ma anche piogge insistenti e talvolta alluvionali sulle regioni prealpine, per la barriera che le Alpi offrono ai venti meridionali. E’ più tipica dell’autunno, ma non è troppo rara nemmeno in inverno.
Più spesso però avremo un ibrido di queste condizioni “ideali”. Aria artica marittima e continentale possono fondersi, oppure quella polare fredda con l’artica marittima, o addirittura con la continentale calda, con effetti che andranno ad essere molto diversi nelle varie zone climatiche italiane. Ogni stagione fa storia a sé, e quella fredda del 2017/18 la propria deve ancora scriverla. Sarà all’insegna del clima mite, come sono stati gli inverni degli ultimi anni (con qualche distinguo), o torneranno freddo e neve in quantità come spesso sono giunti tra il 2009 e il 2013?
Meteo novembrino, l’inverno: in Italia è l’inizio della stagione fredda