Gelo o non gelo non importa: il meteo di fine marzo, segnatamente dell’ultima decade, rischia seriamente di assumere caratteristiche fortemente invernali.
L’abbiamo detto e scritto noi, fin dai primi del mese e per la verità fin da fine febbraio, ora lo dicono anche i modelli matematici di previsione. Le ipotesi in campo sono variegate, ma alla fin dei conti quel che conta è il risultato. Ipotesi che, lo si è scritto appena 24 ore fa, contemplano soluzioni legate alla traiettoria dell’aria gelida proveniente dalla Russia.
Nello specifico si è discusso di 3 ipotesi: la prima un passaggio a nord delle Alpi con aggancio di un grosso vortice depressionario atlantico, la seconda un rientro del nucleo gelido – ovviamente dai toni decisamente smorzati – dalla Valle del Rodano, la terza il nucleo d’aria gelida che non riesce a sfondare in Europa. Ora, invece, c’è anche una quarta possibilità, ma che in un modo o nell’altro dipende dalle dinamiche suddette. Ovvero l’elevazione dell’Alta delle Azzorre verso il Regno Unito – o comunque in spinta meridiana verso il nord Atlantico – e discesa d’aria artica fin nel cuore del Mediterraneo.
Basandoci sull’esperienza verrebbe da dire che quest’ultima è la più probabile, anche perché contemplerebbe il risultato di quelle dinamiche atmosferiche che hanno letteralmente rivoltato lo schema circolatorio di febbraio. Diciamo che a prescindere dal risultato finale sarà bene non riporre gli abiti invernali nell’armadio perché a differenza di quanto avvenuto un anno fa c’è seriamente la possibilità che marzo 2018 ci consegni anomalie termiche negative.
Ora, non domandateci se e dove nevicherà a bassa quota. Difficile dirlo, anzi, impossibile in questo momento. Stiamo discutendo di dinamiche, di scenari, scenari che una volta confermati ci consentiranno – nel breve periodo – di arrivare a stilare una previsione affidabile. Di certo sapete cosa c’è? Che la siccità dell’anno scorso sembra un brutto ricordo, lontanissimo. Vero è che su alcune regioni c’è ancora un deficit pluviometrico, tuttavia abbiamo i presupposti per ricucire lo strappo in tutta Italia ed anche in tempi relativamente brevi.
Volendo spingersi oltre, quindi contemplando le proiezioni stagionali, confermiamo quanto scritto tempo addietro ovvero che anche il mese di aprile – ma in generale gran parte della stagione primaverile – rischia di mostrarsi perturbata e moderatamente fredda.