Abbiamo già discusso in alcuni articoli che il meteo estivo è quello più propenso alla siccità e all’aridità dei suoli. Se da un lato questo fenomeno pare scontato, dato anche il fatto che le stagioni estive sono sempre più calde e secche, da quell’altro anche l’intensità dei fenomeni temporaleschi non aiuta.
Come mai? In molte località italiane, negli ultimi decenni, in diversi mesi estivi è piovuto una o due volte soltanto, magari con accumuli anche molto ingenti (talvolta anche ben superiori rispetto alla media mensile) ma estremamente mal distribuiti e soprattutto caduti con troppa violenza.
È noto che il meteo estivo è propenso all’alternanza di pause asciutte e fenomeni temporaleschi, ma negli ultimi decenni si sono avuti periodi secchi troppo lunghi alternati a fasi temporalesche troppo violente.
Prendiamo la località X: mettiamo che in essa piovano mediamente 50 mm nel mese di luglio distribuiti in 5 giorni, se in un determinato mese di luglio ne cadono 100 concentrati in un solo giorno fanno più danni che 50 in 5 giorni.
Questo perché non è tanto importante la quantità di acqua che cade, ma soprattutto come essa viene DISTRIBUITA.
L’ideale sarebbe che piovesse almeno una volta alla settimana una quantità di precipitazioni compresa fra 5 e 20 mm, possibilmente sparpagliati in più ore e non concentrati in pochi minuti di violentissimo nubifragio.
È logico che non possiamo comandare il tempo è che in estate la siccità è sempre stata un fenomeno abbastanza comune in Italia, ma negli ultimi anni si è avuta un’estremizzazione dei fenomeni meteo sia temporaleschi, sia siccità più prolungate.
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