L’evoluzione meteo è fortemente influenzata dall’espansione dell’anticiclone nordafricano verso tutto il Mar Mediterraneo. Tale figura determina ondate di calore intermittenti che interessano diverse aree d’Europa. Le ultime elaborazioni meteo indicano che le correnti oceaniche tenderanno a invadere l’Europa centrale, e interessare anche parte del Nord Italia, ma la linea di confine tra l’aria oceanica e quella del Sahara sarà determinante per individuare un cambiamento decisivo delle condizioni meteo, ma soprattutto la riduzione del caldo rovente.
Per meglio intenderci: immaginate una sorta di barriera di aria calda e secca proveniente dal Sahara che si espande verso nord, che avvolge tutti i Paesi del Mar Mediterraneo, Italia compresa. Tale barriera determina un ostacolo al transito delle perturbazioni oceaniche, e soprattutto una aumento della possibilità di avere ondate di calore.
La barriera di aria calda del Sahara è l’anomalia che sta modificando il clima delle ultime stagioni estive, che le sta rendendo roventi. Quando gli scienziati parlano di aumento della temperatura globale, questa non avviene in modo uniforme ovunque sia dal punto di vista geografico e quello temporale. L’Italia è estremamente vulnerabile al clima caldissimo che c’è del più grande deserto del pianeta: il Sahara.
Sino a circa 20 anni fa, le ondate di calore avevano una durata inferiore rispetto a come succede attualmente, potevano essere particolarmente aggressive, tanto che in passato si sono avute temperature massime estreme simili a quelle che abbiamo registrato in questi anni. La novità delle ultime stagioni estive, è che le ondate di calore sono ricorrenti, molto più frequenti, aumentando la temperatura media della stagione.
Abbiamo estati più calde rispetto al passato. Ma non solo, le variazioni di temperatura ha modificato profondamente anche la pluviometria, che diventa irregolare anche in quelle aree dove era solito piovere con una certa costanza della stagione estiva. Ci riferiamo soprattutto all’area alpina e prealpina, dove l’estate è il periodo dell’anno più piovoso. Allo stesso tempo le precipitazioni sono aumentate nelle isole maggiori e nella penisola. Ciò per l’effetto di temporali piuttosto violenti, che hanno breve durata, ma che riversano grosse quantità di pioggia in breve tempo. È noto a tutti che questo fenomeno determina scarsi benefici soprattutto in agricoltura.
Nell’arco dei prossimi 15 giorni, un cambiamento meteo appare probabile secondo le elaborazioni dei modelli matematici principali. Viene individuato un arretramento verso sud dell’aria del deserto del Sahara, la quale comunque non mollerebbe gran parte d’Italia, dove si potrebbero avere temperature superiori alla norma. Ma non solo, soprattutto al centro-sud Italia e le isole maggiori si potrebbero avere ondate di calore.
Con la discesa verso sud delle correnti oceaniche aumenterà senz’altro la frequenza dei temporali in Valle Padana, e quasi su tutto il Nord Italia, ciò comporterà anche un lieve calo della temperatura media. Per altro in questa parte d’Italia non è prevista alcuna ondata di calore, anche se la temperatura potrebbe rimanere ancora superiore alla media per alcuni giorni.
La rottura della stagione estiva, tuttavia potrebbe avvenire attorno o appena dopo Ferragosto, con il transito di un’area di bassa pressione che determinerebbe un allentamento della calura anche al centro-sud Italia, ma le temperature sopra la media dovremmo tenercele per 15 giorni più o meno. Da ciò e evinciamo che anche la rottura della stagione estiva è cambiata, d’altronde il cambiamento climatico che si è realizzato negli anni è ragguardevole, peraltro continuerà a mutare nel tempo.
Questa variazione comporta un aumento della durata del clima estivo, che in passato nelle regioni settentrionali si attenuava sensibilmente dopo Ferragosto, mentre negli ultimi anni abbiamo osservato che un’adeguata riduzione della calura avviene a settembre, per ora ai primi del mese.
Ciò che comunque è di non trascurabile importanza sarà la ripresa delle precipitazioni con temperature più consone. Le alte temperature e l’aria molto secca che è tipica del caldo estivo delle zone interne, determina una forte evaporazione dell’acqua, e rende quasi inefficace l’effetto della pioggia caduta. Per avere benefici dalle piogge, dovremmo avere un congruo calo della temperatura, ma per queste aree d’Italia forse se ne parlerà solo settembre, anche se in agosto ci potranno essere altri temporali.
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