*POSSIBILE EVOLUZIONE METEO FINO AL 10 GENNAIO*
Le proiezioni meteo climatiche che guardano alla conclusione della prima decade di gennaio 2020 ci dicono, al momento, che l’Italia potrebbe essere colpita da un’ondata di freddo.
Andando con ordine, l’attuale posizionamento dell’Alta Pressione – lo stesso che osserveremo con ogni probabilità anche a inizio anno nuovo – dovrebbe facilitare lo scorrimento di masse fredde artiche verso il Mediterraneo.
Al di là delle tempistiche esatte e degli effetti puntuali – dettagli che al momento (per ovvi motivi temporali) non possiamo prendere in considerazione – stiamo parlando di un tipo di configurazione prettamente invernale. Una configurazione che a dispetto delle dinamiche atmosferiche non certo favorevoli potrebbero riservarci delle sorprese da non sottovalutare.
*IL METEO A BREVE E A MEDIO TERMINE*
Per quel che concerne la strettissima attualità siamo in presenza della prima irruzione fredda dell’inverno. Freddo che viene dall’est, freddo che sta portando delle nevicate a bassissima quota in alcune zone del Centro Sud ed anche in Sicilia, freddo che si depositerà nei bassi strati e continuerà a farsi sentire anche nei prossimi giorni.
Ma a proposito dei prossimi giorni dobbiamo dirvi che i modelli matematici di previsione, abbastanza lineari, si stanno orientando verso un lieve cedimento anticiclonico proprio a Capodanno. Cedimento che dovrebbe avvenire a causa di un piccolo vortice ciclonico in inserimento sull’Europa centro occidentale, vortice che poi approfitterebbe della minore pressione sul Mediterraneo per inserirsi sui nostri mari.
Stiamo parlando di quella che in gergo tecnico prende il nome di “goccia fredda”, una struttura che dovrebbe ringalluzzire la falla barica persistente del Mediterraneo centrale e da lì dar luogo a un peggioramento con dei risvolti invernali tutti da capire.
IRRUZIONI ARTICHE
Uno dei risvolti più evidenti potrebbe essere rappresentato da alcuni impulsi artici nel periodo dell’Epifania. L’aria fredda potrebbe rinvigorire la depressione, determinando condizioni di maltempo nettamente invernale.
A cavallo tra l’Epifania e la conclusione della prima decade di gennaio potremmo assistere a un’irruzione ben più corposa, irruzione accompagnata dall’approfondimento di una bassa pressione proprio sui nostri mari e se ciò accadesse è evidente che l’Inverno tornerebbe a fare la voce grossa.
Le ultime elaborazioni dei super calcolatori prospettano il rischio di una sorta di rapida irruzione d’aria polare, per altro molto fredda, verso l’Italia. Questa potrebbe investire direttamente il Nord Italia giungendo dalla Porta della Bora, ed espandersi rapidamente in Valle Padana, dove con il persistere di un regime di alta pressione, si consoliderebbe un gelido cuscinetto d’aria fredda per i giorni successivi.
In merito alla neve in Valle Padana e le regioni alpine, sino a metà mese le possibilità di un evento rilevante appaiono scarse, nonostante il possibile clima rigido.
Al momento è semplicemente un’ipotesi ma crediamo possa rappresentare una soluzione più che plausibile in virtù di come si stanno muovendo le strutture bariche continentali. Tutto ciò a prescindere da dinamiche atmosferiche che rispetto alla scorsa settimana sembrerebbero voler prendere una piega per nulla favorevole a un Inverno degno di tal nome.
*IN CONCLUSIONE*
A questo punto diventerà molto importante valutare – per proiezioni a più lungo termine – le risposte della troposfera, una troposfera che continua a mostrarsi estremamente dinamica e che al di là di certi movimenti potrebbe riservarci sorprese invernali importanti.
In merito agli Strat Warming, ricordiamo che questi non sono predittivi di un’ondata di gelo sull’Italia. E’ un discorso ampio, non finalizzato a fare previsioni meteo su scala locale.
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