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Messico: non solo mare, le piramidi precolombiane punteggiano il paesaggio messicano

di Giovanni Staiano
10 Giu 2004 - 15:59
in Senza categoria
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Nella prima immagine il sito maya di Palenque. Nella seconda quello di Teotihuacan. Foto di Marco Cavallini per gentile concessione di www.marcocavallini.it.
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Che l’abbiano costruita, presumibilmente intorno al 150 a.C., i Toltechi o i Totonachi, dubbio non chiarito fra gli studiosi, Teotihuacan è stata una grande città, contando al massimo del suo sviluppo (400-600 d.C.) probabilmente oltre 200.000 abitanti, declinando però rapidamente intorno al 700, probabilmente per una serie di cause, fra cui le rivalità nella classe sacerdotale (era, pare, una metropoli religiosa, non fortificata) ma anche una serie di cattivi raccolti dovuti ad andamenti stagionali negativi. Le rovine, su cui spiccano alte e solenni le piramidi del Sole e della Luna, che dominano il lungo Viale dei Morti (così lo ribattezzarono gli Aztechi, che la conobbero già in rovina, scambiando i templi per luoghi di sepoltura), al termine del quale le mura di cinta del centro religioso detto Cittadella raccoglievano il Tempio di Quetzalcoatl, il Serpente Piumato.

Teotihuacan è sito archeologico molto frequentato, non lontano da Città del Messico, ma, colossali o modeste, slanciate o massicce, le piramidi precolombiane movimentano il paesaggio messicano, sia nella foresta pluviale che sull’altopiano, essendo presenti a centinaia, solo in parte liberate dal manto vegetale, restaurate e/o ricostruite. I popoli dell’America centrale innalzarono piramidi per costruire su di esse i loro templi. Sono del tutto diverse dalle piramidi egizie, essendo infatti a piramide tronca, a gradini e destinate a servire come zoccolo per i piccoli templi che le sovrastavano e dove salivano solo gli officianti, ma non i fedeli (a parte quelli destinati ai sacrifici umani).

La piramide di Kukulcan, detta El Castillo, con le sue quattro scalinate simmetriche di novantun gradini che salgono alla piattaforma, 24 metri più in alto, è il principale monumento di Chichen Itza, nello Yucatan, capitale della civiltà maya-tolteca intorno al 1000-1200. Sempre nello Yucatan, a Uxmal, città maya risalente all’ VIII secolo, si trovano la Piramide dell’Indovino, con una sola scalinata di 89 gradini, con angolo di inclinazione di oltre 51°, e la casa delle Monache, grandioso edificio così denominato per la presenza di 88 piccole sale simili a celle.

Verso il confine guatemalteco, Palenque (l’antica Otulum), città fortificata dei Maya all’interno della foresta tropicale, raggiunse il massimo splendore fra VI e VIII secolo. A Palenque la Piramide delle Iscrizioni è l’unica, fra quelle messicane, che per quanto riguarda la funzione può essere paragonata a quelle egizie. Questa piramide ha infatti nel suo cuore una camera segreta di 9×4 metri in cui il 15 giugno 1952 fu scoperta la tomba di un eminente personaggio, grande sacerdote o re, che riposava lì da oltre 1000 anni, ricoperto dei suoi gioielli di giada.

El Tajin, nello stato di Veracruz, è stata fondata verso il V secolo probabilmente dai Totonachi ed ha avuto il suo massimo splendore tra IX e XII secolo. Il sito comprende una serie di piazze, campi per il gioco della palla e numerose piramidi, fra cui spicca quella delle Nicchie, alta 25 metri, innalzata su una base quadrata di 35 metri di lato, caratteristica per le piccole celle quadrate (365, il che fa pensare che si trattasse di un simbolico calendario rituale), che ornano i suoi 7 piani.

Nel cuore di Tula, la nobile capitale dei Toltechi, posta a NW di Teotihuacan, si innalza decapitata la Piramide di Tlahuizcalpantecuhtli, cioè di Venere. Del santuario che la coronava restano solo 4 atlanti di basalto, alti oltre 4 metri, che avevano la funzione di sostenere il tetto.

Città del Messico, metropoli enorme, caotica e inquinata, è stata fondata nel sec.XVI dagli spagnoli sulle rovine della capitale azteca Tenochitlan. La città ha interessanti monumenti contemporanei nella Piazza delle Tre Culture e i resti di cinque tempi aztechi. La città coloniale più bella del Messico è Puebla, a quota 2192 (importante centro industriale, con i grandi stabilimenti Volkswagen, dove ha chiuso la lunga carriera il mitico Maggiolino). Puebla è stata fondata nel 1531 dal nulla, non quindi sui resti di città preispaniche. Molti i bei palazzi, ma spiccano su tutto la Cattedrale e la Chiesa di San Domenico, capolavoro barocco. Il centro storico di Puebla è Patrimonio dell’Umanità Unesco, come quello della più piccola Morelia, tra Città del Messico e Guadalajara.

Un paio di motivi di interesse da segnalare nella Baja California sono la Riserva di El Vizcaino e le Pitture rupestri della Sierra de San Francisco. La prima, nella parte centrale della penisola, è area di svernamento e riproduzione di numerosi mammiferi marini. Alcune lagune costiere ospitano centinaia di esemplari di balena grigia, otaria californiana e di elefante marino; vi abitano anche quattro specie di tartarughe marine, tra qui quella verde. Le pitture rupestri, nella stessa zona, risalgono a un lungo arco temporale (I sec.a.C.-XIV d.C.) e raffigurano scene di caccia, figure umane e motivi astratti. Sono molto ben conservate grazie alla bassa umidità e alla difficile accessibilità del sito.

Messico vuol dire infine anche, forse soprattutto, almeno dal punto di vista “numerico”, mare, con la caraibica Cancun, praticamente di fronte a Cuba, che ha eguagliato e forse superato negli ultimi anni la fama di Acapulco, sito balneare “storico” del paese. Per nordamericani ed europei naturalmente il mare messicano è appetibile soprattutto d’inverno, quando non ci sono l’afa e gli acquazzoni estivi, ma d’altra parte l’acqua è sempre calda.

Molti i siti Internet dove si possono trovare informazioni sulla storia e la cultura messicana e notizie utili per organizzare e pianificare un viaggio. Segnaliamo tre siti in italiano (www.messico.com, www.messico.it, www.viaggioinmessico.it) e il sito ufficiale dell’Ufficio Turistico Messicano (www.visitmexico.com).

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