Solo di recente la NASA ha annunciato che un corpo celeste di 10 metri è penetrato nell’atmosfera lo scorso 18 dicembre del 2018, nella zona dello Stretto di Bering tra Russia ed Alaska. Avrebbe potuto costituito un grave pericolo per la nostra incolumità, ma fortunatamente ogni rischio è stato scampato.
L’asteroide avrebbe infatti potuto centrare un aereo di linea nella zona, con conseguenze tragiche inimmaginabili. Il sasso dallo spazio è esploso nell’atmosfera, prima di toccare terra, con la potenza di 173 chilotoni di Tnt, pari a dieci atomiche di Hiroshima.
La grandezza di questo asteroide è stata stimata in una decina di metri di diametro, con un peso di 1400 tonnellate. Basti pensare che si tratta del secondo asteroide più grande del suo genere, censito negli ultimi 30 anni.
L’ultimo enorme impatto è quello risalente al 15 febbraio 2013, con il famoso meteorite di Chelyabinsk, negli Urali. L’esplosione in atmosfera dell’asteroide, di circa 20 metri di diametro, rilasciò energia esplosiva pari a 500 kilotoni, oltre 30 volte l’energia liberata dalla bomba di Hiroshima.
L’onda d’urto si propagò fin sotto il terreno, andando a danneggiare la bellezza di circa 7200 edifici in un’ampia area fortunatamente poco abitata. I frammenti, principalmente dei vetri delle finestre, causarono il ferimento di quasi 1500 persone.
Una ricerca ha indicato che il danno all’esplosione è stato relativamente minore di quanto potesse essere, in particolare a causa della grande altezza in cui si è svolta l’esplosione e dell’angolo superficiale di ingresso nell’atmosfera dell’asteroide. Gli asteroidi quindi continuano a rappresentare un pericolo non da poco.