Ma siamo così sicuri che la nomea di “pazzerello” gli calzi a pennello? O è solo un costrutto andato avanti nel tempo per chissà quale motivo. Beh, volendo darvi una risposta più o meno scientifica – diciamo pure “meteorologica” – i passaggi stagionali possono avvenire talvolta traumaticamente. Qualora dovesse ripresentarsi il freddo, tardivo, non sarebbe certo la prima volta. E’ capitato in passato, potrebbe capitare nuovamente in futuro. Ci sono state annate, anche nel nuovo millennio, che hanno visto subentrare fasi marcatamente invernali all’inizio della primavera. E’ forse questo, anzi quasi sicuramente, il motivo che induce tantissime persone a rispolverare la nomea d’apertura.
Ma volendo essere obbiettivi, non possiamo non evidenziare quanto l’autunno, talvolta fin a ridosso dell’inverno, sia stato in grado – soprattutto negli ultimi decenni – di regalarci (si fa per dire) mesi ben più estremi di marzo. Tornano alla mente terribili alluvioni di ottobre e novembre, tornano alla mente devastanti temporali, tornano alla mente grandinate e trombe d’aria. E che vogliamo dire di aprile? In un passato non troppo lontano è successo di dover fare i conti con nevicate, o comunque col freddo, anche nel cuore della primavera.
Sapete cos’è che sta succedendo? Che l’estremizzazione termica, verso l’alto, determina eccessi disastrosi. Ciò che valeva in passate, anche statisticamente, non vale più. Il calore accumulato, spesso fuori stagione, fornisce quell’energia necessaria a far sì che le precipitazioni assumano intensità preoccupante. Precipitazioni magari più irregolari, più sporadiche, ma sempre più violente. Ecco perché quanto sta accadendo attualmente, ovvero la persistenza dell’Alta Pressione e di temperature decisamente superiori alle medie stagionali, non ci lascia per niente tranquilli. Al primo, vero cambio di circolazione si rischia di dover pagar pegno.