Incredibile, letteralmente incredibile. Ebbene sì, la scorsa settimana faceva più caldo in Norvegia piuttosto che in Egitto.
Sembra paradossale, ma è così. Sapete qual è il motivo? Semplice (si fa per dire): il cosiddetto “blocco a omega”. Ne abbiamo straparlato, ma per chi non si fosse sintonizzato prima sulle nostre frequenze vi ricordiamo che quanto parliamo di un blocco atmosferico di questo genere intendiamo un promontorio anticiclonico incastonato tra due possenti strutture depressionarie. Una depressione a ovest e una a est.
E’ altrettanto evidente che a seconda dell’entità degli affondi ciclonici verso sud varia la distribuzione termica osservabile: il fresco più spingersi verso latitudini insolitamente meridionali, il caldo può arrivare sino al Circolo Polare Artico.
Attenzione, non stiamo parlando di una situazione atmosferica inusuale. Come ben saprete i movimenti di masse d’aria lungo i meridiani servono a riequilibrare lo sbilanciamento termico tra i Tropici e i Poli. Quindi nulla di cui stupirsi, se non fosse che tali configurazioni di blocco si verificano più spesso ma soprattutto sono capaci di pilotare masse d’aria estremamente diverse. Caldo-freddo, appunto.
Se avete seguito gli approfondimenti pre ondata di caldo ricorderete che si parlò di propagazione del calore verso il Circolo Polare Artico. Ecco perché non ci siamo stupiti nel sapere che faceva più caldo in Norvegia piuttosto che in Egitto. Perché in Norvegia arrivava l’Anticiclone africano, mentre in Egitto l’aria decisamente fresca orientale.
Un mondo letteralmente capovolto, non c’è che dire. Ci ripetiamo, se non fosse che certe situazioni si verificano con toni sempre più accesi e sempre più spesso, non ci sarebbe nulla di strano. Se non fosse che certe situazioni vanno a inserirsi in un contesto di riscaldamento globale crescente, non ci si preoccuperebbe troppo.
Invece dobbiamo preoccuparci perché non è mica normale ciò che sta avvenendo. Non è mica normale che giugno diventi il mese più caldo di sempre a livello planetario, così come non è normale che in una sola estate vengano demoliti per ben 2 volte record termici secolari o risalenti alla terribile estate del 2003. Qualcosa che non va c’è, è inutile negarlo.