Facciamo un passo indietro, torniamo a dicembre. Quando parlammo del Vortice Polare dipingemmo sostanzialmente due scenari: l’eventuale “split” con conseguenze invernali imponenti o l’eventuale rinforzo con inibizione delle dinamiche invernali.
Quest’ultima fu considerata “minoritaria” perché all’epoca l’attività delle onde di pressione era piuttosto ficcante e le intrusioni di calore sembravano in grado di destabilizzare definitivamente il Vortice (ricorderete che si parlò di ellitticità della struttura).
Ma poi cos’è successo? Senza troppi giri di parole possiamo dirvi che il Vortice Polare è stato in grado di rispedire al mittente la “lettera di licenziamento”, ricordandoci che il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici stanno modificando – pesantemente – il regime circolatorio emisferico.
In questo momento siamo in presenza di un Vortice Polare veramente forte, capace di riguadagnare il Polo Nord e di chiudersi “a riccio”. Il cosiddetto “ESE cold” (stratcooling), per dirla semplice il forte raffreddamento stratosferico, da letteratura scientifica è in grado di condizionare la circolazione atmosferica per un periodo variabile dai 40 ai 60 giorni. L’eventuale NAO+ potrebbe tradursi in frequenti rimonte anticicloniche a latitudini temperate, mentre il gelo rimarrebbe confinato all’interno del Circolo Polare Artico.
Se ci fate caso è un po’ ciò che sta accadendo ed è ciò che potrebbe accadere sino al 15-20 gennaio. Ma siamo così sicuri che la partita sia chiusa? Come ampiamente sottolineato in altre circostanze, la trosposfera – che ricordiamo essere la parte dell’atmosfera più vicina al suolo – è estremamente vivace e reattiva. Reattività che potrebbe opporsi al condizionamento proveniente dall’alto e quindi riservarci sorprese.
Non è un caso, ad esempio, se nelle code dei più autorevoli modelli matematici è apparsa improvvisamente – nuovamente – un accenno di split del Vortice Polare per dinamica a due onde. Se dovesse verificarsi, stiamo parlando dell’ultima decade di gennaio, sarebbe un qualcosa meritevole di ulteriori approfondimenti scientifici. Sì, perché in questi ultimi anni l’atmosfera ci sta regalando varianti a schemi ormai assodati e ampiamente documentati da autorevoli esponenti in materia.
Ricapitolando: sì, siamo in presenza di un Vortice Polare estremamente forte e che potrebbe condizionare un’intera stagione invernale, ma confidiamo in sorprese che potrebbero realmente consegnarci una seconda parte d’Inverno scoppiettante.