Le condizioni meteo, è risaputo, possono riservare sorprese invernali anche a febbraio inoltrato o addirittura a marzo.
Strano? No, per niente. Non lo è a febbraio, non lo è neppure a marzo. Considerate che può capitare che le nevicate a bassa quota compaiano nel mese di aprile. Quindi perché stupirsi? Perché dar meno peso alle nevicate tardive?
Il motivo in realtà è chiaro, ovvero che le giornate si allungano e che il crescente tepore diurno ne inibisce l’eventuale permanenza al suolo. Ciò è vero in parte, perché molto dipende dal tipo di neve, dal tipo d’irruzione, dalla durata degli eventi. Sovente, a marzo, capita che la crescente dinamicità stagionale crei i presupposti per incursioni artiche tardive. Tali irruzioni determinano instabilità, con precipitazioni intermittenti e mai troppo copiose. Per questo la neve fatica a persistere al suolo.
Altro discorso se il freddo viene da est. Se arriva dalla Russia è tutt’altra musica, perché il freddo crea le condizioni ideali per l’eventuale persistenza anche alle basse quote.
Figuriamoci a febbraio, febbraio è mese invernale per antonomasia e dire che la neve non è la stessa di gennaio è un errore. Quante volte vi abbiamo detto che febbraio è il mese più indicato per le ondate di freddo dalla Russia? Tante. E’ un po’ come il mese d’agosto per l’estate, per le ondate di caldo che vengono dall’Africa.
Insomma, attenzione ad affermare che la magia della neve non è la stessa. Troppe le variabili a corredo, troppe le conclusioni talvolta affrettate. Attendiamo di capire quel che potrebbe accadere, poi ne riparleremo.