Risucchiata dall’isobara 1012 hPa, l’Italia osserva i valori pressionari d’oltralpe diminuire velocemente ed avvicinarsi minacciosamente.
Il perno depressionario dell’Atlantico settentrionale (990 hPa) mette in mostra tutta la sua potenza dispiegando due imponenti fronti occlusi. Il minore interessa soprattutto le coste britanniche occidentali, mentre il maggiore è molto evoluto e sovrasta l’intera Francia.
Tutto questo avviene sotto l’osservazione di un imponente picco barico artico a 1031 hPa incapace di fare pulizia.
I venti artici marittimi groenlandesi continuano a spingere il fronte freddo nord-atlantico verso la Francia. Le nubi temporalesche da esso prodotte spiccano soprattutto a confine con i versanti alpini occidentali. Sul Benelux e sulla Gran Bretagna si può osservare una copertura nuvolosa bassa e diffusa con piogge continue, tipica del fronte occluso.
Ad est di questo vasto settore perturbato si osserva la quasi totale nitidezza dei cieli. Anche sulla nostra Penisola sono scomparsi quasi completamente i piccoli nuclei nuvolosi temporaleschi.
Dall’analisi della carte relativa alla quota dello zero termico si può constatare una lenta risalita anticiclonica subtropicale che porta tale valore sino a 4400 m di altitudine fino a lambire le coste sarde meridionali.
In pieno Oceano Atlantico lo zero termico raggiunge quote nettamente inferiori. Nel cuore della perturbazione si attesta intorno a valori altimetrici di 1600 m fino ai 2000 m sulle coste francesi. Una bella ondata fresca uniforme che, se non trova un degno avversario nell’anticiclone sahariano, può arrivare presto alle nostre Regioni settentrionali.
Nella carta a 850 hPa vengono confermate le alte temperature mattutine nordafricane.
In Italia i valori si attestano attorno ai 18° C, ma, appena varcate le Alpi, tendono a scendere bruscamente.
Bolle ancora l’intera Turchia anche se, passato il Mar di Marmara, il tutto si rende uniforme senza particolari sbalzi bruschi.