Il Febbraio del 1956 riassume in sé una situazione da manuale per il freddo in tutta Europa e in Italia. Come vedremo nell’evento del ’56 ogni variabile giocherà a favore del gelo e della neve costruendo un fenomeno incredibile per gli effetti e per l’intensità eguagliato o superato, al nord solo dall’inverno 1985, ma per la sua estensione temporale e geografica unico nel suo genere.
Nel nostro reportage partiremo dalla situazione sinottica europea dei giorni precedenti all’evento per capirne la sua genesi. Il giorno 27 Gennaio 1956 un potente ammasso di aria fredda in quota e al suolo si stacca dalle alte latitudini e scende verso la Scandinavia, che in questo momento è dominata da deboli campi di alta pressione termica che come un corridoio, si allunga dall’Austria fino alla Svezia.
La situazione il giorno 27 gennaio a 500 hPa con l’alta pressione termica sulla Scandinavia. Elaborazione MeteoGiornale su dati di base NCEP.
La situazione sinottica diventa favorevole all’instaurarsi di un potente anticiclone termico fra la Russia e la Scandinavia; questo anticiclone termico, come avviene soventemente, si forma rapidamente nel giro di 48 ore e il giorno 29 Gennaio 1956 raggiunge ragguardevoli massimi di 1040 hPa fra la Svezia e la Finlandia, nei giorni seguenti la sua vastezza aumenterà abbracciando vaste zone d’Europa dalla Svezia, dove raggiunge i suoi massimi di 1045hPa sul Mar Nero.
Il giorno 31 Gennaio mezza Europa è sotto il dominio dell’orso Russo con un cuore gelido di quasi -30°c a 850hPa proprio nei pressi di Mosca. Il serbatoio freddo necessario alla nevicata del secolo è pronto: una irruzione fredda, normale per il periodo, ha trovato grazie all’appoggio delle figure bariche dominanti in Europa la possibilità di insediarsi nelle vaste steppe russe e qui ha potuto generare il famigerato Anticiclone termico siberiano.
Il nocciolo freddo a 850 hPa sulla Russia il giorno 31 gennaio.
Continua…
Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli
Il Febbraio del 1956 riassume in sé una situazione da manuale per il freddo in tutta Europa e in Italia. Come vedremo nell’evento del ’56 ogni variabile giocherà a favore del gelo e della neve costruendo un fenomeno incredibile per gli effetti e per l’intensità eguagliato o superato, al nord solo dall’inverno 1985, ma per la sua estensione temporale e geografica unico nel suo genere. Nel nostro reportage partiremo dalla situazione sinottica europea dei giorni precedenti all’evento per capirne la sua genesi. Il giorno 27 Gennaio 1956 un potente ammasso di aria fredda in quota e al suolo si stacca dalle alte latitudini e scende verso la Scandinavia, che in questo momento è dominata da deboli campi di alta pressione termica che come un corridoio, si allunga dall’Austria fino alla Svezia. La situazione il giorno 27 gennaio a 500 hPa con l’alta pressione termica sulla Scandinavia. Elaborazione MeteoGiornale su dati di base NCEP. La situazione sinottica diventa favorevole all’instaurarsi di un potente anticiclone termico fra la Russia e la Scandinavia; questo anticiclone termico, come avviene soventemente, si forma rapidamente nel giro di 48 ore e il giorno 29 Gennaio 1956 raggiunge ragguardevoli massimi di 1040 hPa fra la Svezia e la Finlandia, nei giorni seguenti la sua vastezza aumenterà abbracciando vaste zone d’Europa dalla Svezia, dove raggiunge i suoi massimi di 1045hPa sul Mar Nero. Il giorno 31 Gennaio mezza Europa è sotto il dominio dell’orso Russo con un cuore gelido di quasi -30°c a 850hPa proprio nei pressi di Mosca. Il serbatoio freddo necessario alla nevicata del secolo è pronto: una irruzione fredda, normale per il periodo, ha trovato grazie all’appoggio delle figure bariche dominanti in Europa la possibilità di insediarsi nelle vaste steppe russe e qui ha potuto generare il famigerato Anticiclone termico siberiano. Il nocciolo freddo a 850 hPa sulla Russia il giorno 31 gennaio. Continua… Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli Inizio Pagina