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La grande ondata di freddo del '56 – Approfondito reportage di un evento meteorologico che ha fatto storia. Cenni storici dell'evento e conlusioni

di Fiorentino Marco Lubelli
15 Dic 2004 - 14:46
in Senza categoria
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Concluderemo questa rassegna con dei dati di cronaca di quei giorni e con un riassunto delle variabili climatologiche che resero possibile un evento di tali dimensioni e di tale durata, pari circa venti giorni. Ecco alcuni dati di cronaca e temperature significative di quell’evento:
TORINO: -22°C 12 FEBBRAIO
TRIESTE: -14,6°C 10 FEBBRAIO
BOLOGNA: -13,6°C 4 FEBBRAIO
POTENZA: -11,3°C 4 FEBBRAIO
CAMPOBASSO: -10,1 4 FEBBRAIO
BARI: -4,9 3 FEBBRAIO, CON GIORNATA DI GHIACCIO
NAPOLI: -1,5 4 FEBBRAIO
PALERMO: 1,2 4 FEBBRAIO
GENOVA : -5 4 FEBBRAIO

Va ricordato infine che a Roma nevicò in quel mese di Febbraio per ben 4 volte: il 2, il 9, il 18 e il 19 con quattro giorni di seguito sottozero e una nevicata di 12 cm il giorno 9.

immagine 1 del capitolo 6 del reportage la grande ondata di freddo del 56 approfondito reportage di un evento meteorologico che ha fatto st 19 febbraio: Lentamente la “ferita” si rimargina. A 850 hPa si notano isoterme meno gelide e il settore orientale europeo investito da correnti più miti. L’anticiclone atlantico è ancora disteso lungo i meridiani.

Possiamo dunque concludere questo lungo reportage con un’analisi delle variabili climatiche che furono responsabili dell’evento:

1) Discesa di un forte impulso gelido dalle alte latitudini, responsabile del raffreddamento iniziale in Europa settentrionale;
2) Figure bariche di blocking atlantico, responsabili della formazione di un’intensa alta pressione termico siberiana sull’Europa centro orientale;
3) Continue e decise espansioni dell’alta azzorriana fin sul circolo polare artico, responsabili di continui afflussi freddi, ad alimentare il nocciolo freddo in europa;
4) Formazione di una depressione mediterranea chiusa, continuamente alimentata da aria artica proveniente dal nocciolo freddo europeo.

Una situazione così anomala non è facilmente ripetibile in quanto le variabili in gioco che ne hanno permesso la genesi ben difficilmente si trovano al posto giusto nel momento giusto. In questi ultimi anni infatti, varie volte abbiamo potuto vedere ognuna di queste figure comportarsi similmente al 1956, ma mai tutte insieme come in quel formidabile evento. E’ come sperare che in una partita a poker ti venga servita una scala reale. Ciò in realtà non è impossibile, come ben sanno i giocatori professionisti, ma occorre pazientare, e essere sicuri che l’effetto serra non abbia truccato le carte…

N.d.R.:
Le mappe utilizzate da questo reportage provengono dall’Archivio di Reanalisi del MeteoGiornale elaborato su dati di base NCEP

Cerca per tag: meteo clima

Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli

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Concluderemo questa rassegna con dei dati di cronaca di quei giorni e con un riassunto delle variabili climatologiche che resero possibile un evento di tali dimensioni e di tale durata, pari circa venti giorni. Ecco alcuni dati di cronaca e temperature significative di quell’evento:TORINO: -22°C 12 FEBBRAIOTRIESTE: -14,6°C 10 FEBBRAIOBOLOGNA: -13,6°C 4 FEBBRAIOPOTENZA: -11,3°C 4 FEBBRAIOCAMPOBASSO: -10,1 4 FEBBRAIOBARI: -4,9 3 FEBBRAIO, CON GIORNATA DI GHIACCIONAPOLI: -1,5 4 FEBBRAIOPALERMO: 1,2 4 FEBBRAIOGENOVA : -5 4 FEBBRAIO Va ricordato infine che a Roma nevicò in quel mese di Febbraio per ben 4 volte: il 2, il 9, il 18 e il 19 con quattro giorni di seguito sottozero e una nevicata di 12 cm il giorno 9. 19 febbraio: Lentamente la “ferita” si rimargina. A 850 hPa si notano isoterme meno gelide e il settore orientale europeo investito da correnti più miti. L’anticiclone atlantico è ancora disteso lungo i meridiani. Possiamo dunque concludere questo lungo reportage con un’analisi delle variabili climatiche che furono responsabili dell’evento:1) Discesa di un forte impulso gelido dalle alte latitudini, responsabile del raffreddamento iniziale in Europa settentrionale;2) Figure bariche di blocking atlantico, responsabili della formazione di un’intensa alta pressione termico siberiana sull’Europa centro orientale;3) Continue e decise espansioni dell’alta azzorriana fin sul circolo polare artico, responsabili di continui afflussi freddi, ad alimentare il nocciolo freddo in europa;4) Formazione di una depressione mediterranea chiusa, continuamente alimentata da aria artica proveniente dal nocciolo freddo europeo. Una situazione così anomala non è facilmente ripetibile in quanto le variabili in gioco che ne hanno permesso la genesi ben difficilmente si trovano al posto giusto nel momento giusto. In questi ultimi anni infatti, varie volte abbiamo potuto vedere ognuna di queste figure comportarsi similmente al 1956, ma mai tutte insieme come in quel formidabile evento. E’ come sperare che in una partita a poker ti venga servita una scala reale. Ciò in realtà non è impossibile, come ben sanno i giocatori professionisti, ma occorre pazientare, e essere sicuri che l’effetto serra non abbia truccato le carte… N.d.R.:Le mappe utilizzate da questo reportage provengono dall’Archivio di Reanalisi del MeteoGiornale elaborato su dati di base NCEP Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli Inizio Pagina

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