Molti di voi ricorderanno i primi anni 2000. Ricorderanno senz’altro la terribile estate del 2003, quella che sancì ufficialmente un cambiamento meteo climatico che fino ad allora era ampiamente menzionato ma mai troppo stringente.
Fu un’Estate devastante, in Italia e in Europa. Fece caldo da maggio a ottobre, fu quasi un’unica ondata di calore africano intervallata da pochi break temporaleschi rinfrescanti. Arrivammo a ottobre che iniziammo a domandarci se qualcosa, in quel complesso meccanismo climatico, si fosse rotto. Era prematuro ipotizzare chissà che stravolgimenti, anche se poi i concetti di cambiamenti climatici e riscaldamento globale erano già emersi.
Fu un’Estate che segnò la fine di un’era e l’inizio di una nuova. E’ vero, condizioni così terribili non si sono ripetute. Non così a lungo. Però è vero che l’Alta delle Azzorre è stata scalzata dall’Alta africana, è vero che il caldo si è presentato spesso anche al di fuori della stagione estiva. Se a partire dal 2000 abbiamo avuto gli anni, a livello planetario, più caldi della storia un motivo ci sarà. Che dite?
C’è chi ancora si ostina a negare il global warming, forse sarebbe più opportuno prenderne atto e ragionare sulle cause. Perché si può asserire che non è colpa dell’uomo, che è soltanto la ciclicità climatica, ma non si può certo negare che faccia più caldo di prima.
Così come non possiamo negare l’estremizzazione meteo. Le precipitazioni sono diventate irregolari, si alternano periodi siccitosi a piogge improvvise e persistenti. Anomalie di un certo tipo vengono sovvertite da anomalie di un altro tipo, quasi come volessero rincorrersi in un percorso senza destinazione. Così abbiamo piogge torrenziali, così abbiamo temporali mai visti prima – non nel Mediterraneo – così abbiamo ondate di freddo meno frequenti ma più cattive.
Tutto e il contrario di tutto. Si parla di follia climatica, di pazzia meteorologica. Forse è così, forse dovremo definitivamente abituarci a un certo tipo di condizioni. Magari tra qualche anno cambierà qualcosa, magari tra qualche tempo torneremo a parlare di Anticiclone delle Azzorre, di perturbazioni atlantiche, di nevicate invernali e quant’altro.
Chi lo sa. Per ora prendiamo atto del cambiamento climatico, dell’inizio di una nuova era meteo climatica. Se sarà temporanea o meno lo vedremo, ai posteri l’ardua sentenza.