Più passano i giorni e più le dinamiche atmosferiche si fanno complesse. Stilare una tendenza meteo climatica stagionale, al momento, è come tirare i dadi.
Ricapitoliamo quel che sta accadendo. Il Vortice Polare, la figura ciclonica che d’inverno prende piede al Polo Nord, è da tempo disturbato. Disturbi operati dall’Anticiclone aleutinico, disturbi che si sono tradotti in uno spostamento del Vortice dalla propria sede e come effetti al suolo abbiamo assistito a frequenti irruzione fredde artiche.
Ora, quel disturbo tirerà il fiato e il trottolone avrà modo di provare a riguadagnare terreno. Proverà a riportarsi in sede – visto che ultimamente sta risultando sbilanciato verso l’Euroasia – e contestualmente a rafforzarsi. Ciò accadrà alle alte quote, quindi in stratosfera, ma non sappiamo se tale azione riuscirà a propagarsi lungo l’intera colonna d’aria e quindi a raggiungere i piani bassi (troposfera). Se così fosse dobbiamo dirvi che anzitutto sarebbe una dinamica in ritardo sulla tabella di marcia (di solito succede in autunno inoltrato) e che il risultato sarebbe un ritorno delle circolazione atlantica – probabilmente confinata ad alte latitudini – e dell’Alta Pressione distesa sui paralleli.
Ovviamente stiamo parlando dello scenario peggiore. Il migliore è che la troposfera seguiti a camminare per conto suo, mostrandosi non ricettiva verso i condizionamenti dall’alto. Non solo, qualora dovesse riuscire a inserire altri disturbi il Vortice rischierebbe letteralmente il collasso e allora se ne vedrebbero delle belle.
Le dinamiche succitate si svolgeranno lentamente e nel mentre vi sarà spazio – diciamo nel periodo tra Natale e inizio 2018 – per una nuova consistente irruzione fredda. Freddo che stavolta, lo scriviamo da tempo, potrebbe giungere da est e risultare ben più pronunciato rispetto a quanto assaporato ultimamente.