Le analisi meteo climatiche a lunghissimo termine non possono prescindere, lo sappiamo, dalle varie dinamiche atmosferiche ad ogni quota.
Abbiamo già proposto alcuni interessanti approfondimenti e continueremo a proporvele nei prossimi mesi. Come scritto nei precedenti articoli, basterà un non nulla per modificare pesantemente gli scenari emisferici. Gli ultimissimi aggiornamenti in tal senso propongono novità e potrebbero essere novità in grado di condizionare l’intera stagione invernale.
Dando per appurato che La Nina, così come previsto dagli americani, avverrà con un’alta probabilità stiamo già assistendo ad alcuni segnali in tal senso. Dove? Nel Pacifico, con la dislocazione di una struttura anticiclonica che in gergo tecnico viene definita “Wave 1”. Un’Alta Pressione che è capace di innescare impulsi di calore verso il Circolo Polare Artico e queste impulsi generalmente vanno a disturbare l’altra struttura importantissima: il Vortice Polare.
Ora, come si conviene al periodo, ai piani alti dell’atmosfera (Stratosfera) il Vortice Polare sta accelerando. E’ sottoposto al normale processo di raffreddamento e conseguente compattamento. Ma nella sua porzione più bassa, in Troposfera, le cose stanno andando diversamente. Qui è disturbato e tali disturbi hanno generato le irruzioni fredde della prima metà di novembre.
Per il prosieguo, soprattutto per dicembre, dovremo capire se i due piani atmosferici torneranno a comunicare. Se tornassero a comunicare la parte stratosferica andrebbe a condizionare quella troposferica e in tal modo si potrebbe assistere al ritorno delle correnti atlantiche a medio-alte latitudini. Qui da noi potrebbe riaffacciarsi l’Alta Pressione delle Azzorre, ma non è detto. Se però non avvenisse la congiunzione, probabile che anche a dicembre si prosegua sulla falsa riga di quanto accaduto sinora. Insomma, il consiglio che vi diamo è quello di rimanere sintonizzati sulle nostre frequenze.