Finora l’inverno 2019-2020 ha presentato un meteo estremamente mite non solo in Italia, ma anche in Europa. Ovviamente, dobbiamo pensare che per “mite” si intende IN RIFERIMENTO alle anomalie del loco. A titolo di esempio: secondo i Centri Meteo dei rispettivi paesi, gennaio 2020 è stato il più caldo di sempre per Helsinki (Finlandia) e Mosca (Russia), ma non dobbiamo pensare che là si girasse in maglietta. Possiamo dire che in quei luoghi è stato MOLTO MENO RIGIDO rispetto alle medie dei loro rigidissimi inverni.
Solo gli ultimi periodi sono rientrati in media, ma le anomalie di gennaio sono spaventose.
Questo è un bene? No, anche se apparentemente sembrerebbe il contrario, visto che si risparmia sul riscaldamento e sugli antigelo. In realtà, non è un bene, poiché avere fasi meteo troppo miti in inverno altera i delicati equilibri della natura, così come è successo in Italia.
A tal proposito, quali sono le conseguenze di tali anomalie sul nostro paese? Intanto mancano del tutto le ondate di gelo e qualora arrivassero partirebbero da aree già di per sé miti, quindi non sarebbe un freddo intenso.
Discorso diverso se il vortice polare dovesse scompattarsi, con sorprese fredde in primavera: c’è l’ipotesi che qualche fase meteo molto fredda possa farci visita nei mesi primaverili, in fondo è già capitato più volte di recente, come nell’aprile 2017 o nel maggio 2019.
Aspettiamo i prossimi periodi per stilare delle tendenze meteo a lungo termine per la primavera, sperando che sia una stagione che rispetti i canoni tipici del clima nostrano.
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