Consentiteci di levarci qualche sassolino dalla scarpa… le critiche, nella meteo come in altri campi, sono sempre ben accette purché costruttive. Purtroppo, invece, si critica per partito preso o perché non si ha niente di meglio di fare.
Ma perché le critiche? Semplice, perché da alcune settimane a questa parte stiamo scrivendo che l’Inverno non è mica finito e che verso metà febbraio avrebbe accelerato nuovamente. Ecco, a questo punto vi rivolgiamo un invito: osservate i modelli deterministici.
I segnali in una certa direzione c’erano da tempo e negli ultimi giorni sono riapparsi prepotentemente. Si parlava di un’ondata di gelo sull’Europa orientale, con eventuali possibili risvolti in altre zone del vecchio continente. Mediterraneo compreso. Ecco, tale scenario sembra prendere piede.
Il peggioramento che interverrà a cavallo tra il weekend e l’inizio della prossima settimana potrebbe rappresentare lo snodo cruciale, ovvero sancire il passaggio da la circolazione atlantica – zonale – e la circolazione orientale – antizonale. La domanda che qualcuno ha già rivolto è la seguente: verrà coinvolta anche l’Italia?
Difficile rispondervi. Osservando le proiezioni termiche, emesse dai più autorevoli centri di calcolo matematici, possiamo dirvi che nei prossimi 7 giorni è atteso un generale consistente abbassamento delle temperature. Temperature che si riporterebbero su valori propizi a nevicate a bassa o bassissima quota. Ma non è detto che ci siano precipitazioni.
Una volta che il nucleo d’aria gelida si sarà posizionato sull’Europa orientale, più precisamente in direzione dei Balcani, dovremo capire quale sarà il posizionamento dell’Alta Pressione delle Azzorre. Ovviamente più sarà orientale più l’aria gelida verrà dirottata a est, più sarà occidentale maggiori saranno le probabilità di un coinvolgimento diretto delle nostre regioni.
In realtà dobbiamo specificare una cosa: più che l’Alta delle Azzorre sarà una struttura ibrida, in quanto sulla Scandinavia dovrebbe svilupparsi quella struttura anticiclonica di cui si parla da tempo. Ed ecco, quindi, che il blocco alle perturbazioni atlantiche verrà servito su un piatto d’argento. Per ora fermiamoci qui, confermiamo l’intero impianto poi si discuterà del resto.