I cambiamenti climatici rischiano di avere un impatto ancora più pesante del previsto in molte zone costiere, a livello mondiale. L’innalzamento del livello dei mari, previsto fra i 5 e i 10 centimetri entro il 2050, rischia di raddoppiare la frequenza delle inondazioni, in particolare sulle regioni dei tropici. Questo è quel che emerge da un nuovo studio, elaborato con un nuovo metodo statistico, condotto dai ricercatori della Università dell’Illinois a Chicago e pubblicato sulla rivista “Scientific Reports”. Le inondazioni avvengono a causa di fattori simultanei, come le onde molto alte, le tempeste e le alte maree, che tutti insieme provocano l’innalzamento del livello dell’acqua.
Gli attuali modelli di previsione non terrebbero conto delle onde come fattore di rischio e quindi hanno sottostimato il loro impatto. Le zone più vulnerabili sarebbero le grandi città del Brasile, della Costa d’Avorio e le piccole isole del Pacifico che rischiano, secondo gli scienziati, di sperimentare il raddoppio del fenomeno delle inondazioni già entro un decennio. A risentire di inondazioni sempre più frequenti sarebbero anche la costa occidentale del Nord America, la costa atlantica dell’Europa e buona parte delle zone che si affacciano sull’Oceano Indiano. Tale rischio non dovrebbe impattare direttamente su aree costiere progettate per resistere ad inondazioni.