Stiamo per lasciarci Marzo alle spalle e già s’intravede un cambiamento meteo mica da ridere!
Sinora s’è parlato di freddo, di strascichi legati all’improvviso riscaldamento stratosferico di febbraio. S’è detto che il freddo, perché a Marzo abbiamo avuto varie irruzioni fredde, era da mettere in conto e che forse avrebbe potuto ripresentarsi anche ad Aprile. Tale ipotesi non è assolutamente tramontana, benché si respiri l’aria primaverile.
I modelli matematici di previsione hanno supportato, da un giorno all’altro, quella tesi che esponemmo in un apposito approfondimento: il caldo. In quell’occasione scrivemmo varie cose, soprattutto ci concentrammo sull’uso strumentale che poteva derivare da eventuali anomalie termiche opposte alle precedenti. Il caldo, al pari del freddo, fa notizia e così è stato. Ma a prescindere da tutto ciò, da eventuali sterili polemiche o dalle solite estremizzazioni, quel che conta è che la stagione sta decollando.
L’aria calda africana arriverà, ma già è possibile evincere non poche discordanze tra i vari centri di calcolo matematici. Sul modello americano GFS, il primo ad aver fiutato la fiammata africana, si anticipano un pochino i tempi e per Pasqua si apre alla possibilità di un peggioramento più consistente. Se così fosse, ovviamente, le temperature calerebbero e non ci sarebbe quella suddivisione meteorologica tra Italia del Nord e Italia del Centro Sud.
Il modello europeo ECMWF, invece, continua a proporci una Pasqua a due marce: calda al Centro Sud e Isole, instabile al Nord Italia. Solo successivamente vedrebbe un peggioramento a causa di quella stessa Depressione Atlantica che inizialmente solleticherà l’Anticiclone Africano.
Insomma, come intuite non è facile stilare una previsione ed ecco perché vi abbiamo detto che è sempre meglio – a certe distanze temporali – parlare di trend evolutivo.
Il trend, ad oggi, è quello che vi stiamo descrivendo. Un trend votato alla dinamicità atmosferica tipicamente primaverile, un trend che ci rammenta la vicinanza della bella stagione e al contempo la vicinanza di quel che fu l’inverno. E ricordiamoci che gli effetti dell’improvviso riscaldamento stratosferico di febbraio sono tutt’altro che terminati.