Il riscaldamento globale è un problema, lo dice il termine stesso, globale. Quindi coinvolge anche il bacino del Mediterraneo e lo si riscontro soprattutto dal riscaldamento delle acque marine. Organizzazioni importanti come il Dipartimento di meteorologia e delle dinamiche inquinanti del Centro Mediterraneo per gli studi ambientali (CEAM) stanno studiando e monitorando costantemente l’evoluzione.
Per il CEAM, dal punto di vista climatico, il Mar Mediterraneo e le sue interazioni con l’atmosfera (scambi di calore-umidità) svolgono un ruolo fondamentale e in quest’ottica si è deciso di procedere costantemente alle rilevazioni termiche delle acque superficiali.
Rilevazioni che avranno una periodicità stagionale e saranno indirizzate a supportare studi climatici di varia natura.
Secondo l’ultimo bollettino pubblicato, relativo alla stagione invernale appena conclusasi, la temperatura superficiale media del Mediterraneo nelle prime due settimane di dicembre 2018 era superiore ai valori climatici medi. Durante i mesi di gennaio e febbraio 2019 il trend è stato confermato, con valori più alti registrati nella seconda settimana di febbraio.
Nel lungo termine è evidente la tendenza verso il riscaldamento (gennaio 1982 – febbraio 2019) con un incremento cumulativo di 1,2°C nel periodo considerato.
Come si è arrivati a tale conclusione? Dai dai dati giornalieri nell’intero bacino del Mediterraneo vengono calcolate le serie temporali della SST media (gennaio 1982 – febbraio 2019), che a sua volta è suddivisa in componenti stagionali. Da tali componenti viene ottenuta la regressione lineare utilizzata per calcolare la variazione totale durante il periodo di studio.