Pampero è il nome dato a intense linee temporalesche che hanno luogo sulle Pampas di Argentina e Uruguay. Un “evento Pampero” segna il passaggio di un fronte freddo e in genere porta una considerevole diminuzione delle temperature. E’ normalmente accompagnato da condizioni di elevata umidità e cielo coperto, pioggia intensa, grandine e tuoni ed è seguito da un vento freddo, secco, rafficoso, da sud o sudovest. La prima fase è chiamata “Pampero Humedo” e la seconda “Pampero Seco”, spesso trasformandosi in tempesta di polvere (“Pampero Sucio”).
Sebbene il pampero possa aver luogo in ogni periodo dell’anno, in genere gli eventi più intensi sono durante l’inizio dell’estate australe, tra ottobre e gennaio. Un esempio di pampero molto intenso è quello accaduto tra il 20 e il 22 ottobre 2002.
Il termine pampero fu introdotto dai colonizzatori spagnoli dell’area del Rio de la Plata. I coloni spagnoli erano tormentati da un vento forte, secco, freddo e tempestoso, proveniente dall’interno del continente, cioè dalle Pampas, le praterie argentine. Tuttavia gli effetti del pampero diventano più attenuati procedendo verso nord.
Il pampero è causato da una bassa pressione situata tra Patagonia e Isole Falkland. Proveniente dal Pacifico meridionale, il fronte freddo associato a tale depressione deve superare le Ande meridionali, perdendo la maggior parte della sua umidità sul versante ovest della catena. La massa d’aria fredda e secca si scontra con l’aria più settentrionale calda e umida situata sulle pianure argentine a nord della Patagonia. La situazione è simile a quella delle grandi pianure del Nord America. Dallo scontro tra l’aria fredda e secca e quella calda e umida alla fine si sviluppa una linea di temporali a supercella, a precedere di 50-200 km il fronte freddo. E’appunto la linea di groppo nota come pampero, lungo la quale possono avere luogo anche tornado. Il pampero è poi generalmente seguito dal vento caldo zonda.
Il fenomeno del pampero ha trovato il suo spazio anche nella letteratura mondiale. Nel 1868 Verne ha descritto il pampero in un suo romanzo molto meglio e in modo molto più avvincente di quanto possano fare i meteorologi:
Il giorno dopo, 22 ottobre, alle 8 del mattino […] verso mezzogiorno, tuttavia, i raggi del sole erano molto ardenti e quando venne sera una striscia di nubi rigava l’orizzonte a sudovest, sicuro segno di un cambiamento nel tempo. Fu fatto notare al geografo, che replicò:
“Si, lo so” e, girandosi verso i compagni, aggiunse “Guardate, il tempo sta cambiando! Stiamo per avere un assaggio del pampero”. E continuò spiegando che questo pampero è molto comune nelle pianure argentine. “E’ un vento molto secco che soffia da sudovest […] Il pampero generalmente porta una tempesta che dura tre giorni e può essere sempre previsto dalla discesa del mercurio” disse “ma quando al contrario il barometro sale, che è il caso attuale, tutto quello che dobbiamo aspettarci sono poche e violente raffiche. Potete quindi tranquillizzarvi, miei buoni amici, al sorgere del sole il cielo sarà di nuovo del tutto sereno”.
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