Ebbene sì, prendiamo in mano l’argomento. Un argomento quanto mai spinoso, da maneggiare con estrema cautela e senza avere la pretesa di sapere tutto. Siamo meteorologi, non virologi.
In qualità di esperti meteo, evidentemente dobbiamo occuparci della correlazione coronavirus/condizioni meteo. In realtà se ne sono già occupati in tanti, forse troppi, anche chi non ha alcun titolo in materia. Ne abbiamo letto di tutti i colori: il virus verrà spazzato via dalla bella stagione, poi no, il virus potrebbe resistere anche al caldo. La realtà dei fatti, a nostro avviso, è che per il momento ne sappiamo troppo poco.
Più di una semplice influenza? Non sta a noi dirlo, lo ripetiamo. Sicuramente ha un potenziale virologico pauroso, lo si evince dalla crescita esponenziale dei contagi. Ma proprio il fatto che secondo alcuni sia paragonabile al virus influenzale porta a credere che col caldo passi tutto.
Poi però la novità. E’ notizia di qualche giorno fa il primo caso in Sud America. In Brasile per la precisione. Al di là che il contagio sia avvenuto probabilmente in Italia (si tratta di un abitante di San Paolo rientrato da un viaggio di lavoro nel nostro Paese), stando alle ultime notizie vi sarebbero oltre 130 casi sospetti. Ora, come ben sappiamo in Sud America c’è ancora l’Estate e fa caldo.
A questo punto c’è già chi si domanda quale sia l’influenza delle condizioni meteo sulla sopravvivenza e diffusione del coronavirus.
Non chiedetelo a noi, non possiamo rispondervi. Sappiamo soltanto che di questi tempi le condizioni meteo rivestono un’importanza imprescindibile. Lo si capisce, purtroppo, anche da queste cose e forse non sarà un caso se il termine di ricerca “meteo” è stato sempre il più ricercato. Eccezion fatta per quest’ultimo mese, dove il termine “coronavirus” ha preso drammaticamente il sopravvento.