Il marin è un vento da est/sud-est, con un’intensità in genere media (di brezza tesa o vento moderato) che soffia in tutto il sud-est della Provincia di Cuneo, nella Val Bormida Savonese e nelle valli della Provincia di Alessandria e dell’entroterra di ponente genovese.
In questa sede descriverò principalmente il marin delle Langhe.
L’origine del marin, di solito, infatti, è, come dice il nome, il mare.
Ma non tutte le volte che al mare c’è vento, da noi (Langhe) c’è il marin.
Infatti, molte volte, il vento che arriva sulla riviera genovese da sud o sud-est, tende, credo per motivi soprattutto orografici (la catena appenninica alle spalle del Golfo di Genova) a piegare e diventare un vento da est/nord-est sulla riviera savonese, arrivando nell’entroterra ligure, ma senza penetrare significativamente in Piemonte.
Ma, soprattutto in primavera ed estate, al verificarsi di certe condizioni bariche e termiche, il vento riesce a infilarsi nelle Valli Bormida e Tanaro, portando talvolta nubi basse che solcano rapidamente i cieli.
Il vento è di solito forte all’inizio di tali valli (Garessio, Carcare,ecc.) o sui colli più alti della Langa (Montezemolo, Mombarcaro), mentre tende a diminuire di intensità procedendo nel suo cammino verso nord-ovest; spesso, a valle di Dogliani diventa solo una brezza leggera che, raramente è percepibile fino ad Alba.
Come avviene per lo scirocco ligure, il marin di solito precede (o in qualche caso accompagna) il maltempo o, quanto meno, una perturbazione in arrivo da ovest o nord-ovest, e, per questo, è in genere ben noto agli agricoltori locali.
Anche se si dice che annunci l’imminente arrivo della primavera, non sempre è accolto positivamente: infatti, a causa del suo elevato carico di umidità, se soffia troppo frequentemente, è considerato altamente nocivo per la viticoltura delle nostre zone; quando infatti, la fioritura della vite o la formazione del grappolo sono state anomale con danni sulla produzione, si dice in dialetto che la vite ha patito il marin, o addirittura, che l’uva “a marinà”.
Il marin è anche legato al fatto che la zona della Langa è, in primavera ed estate, mediamente abbastanza asciutta: quando le perturbazioni arrivano da nord-ovest (ma, in certi casi, anche da ovest o addirittura da sud-ovest), a seconda delle condizioni, questa zona rimane in ombra pluviometrica, per cui, spesso, mentre nell’Alto Piemonte piove a dirotto, in Langa il cielo è sereno o velato, con vento marin, e si intravede una striscia nuvolosa scura e compatta verso nord o nord-ovest
In questi casi, il marin è quasi sempre associato a scirocco sulla Liguria.
Oltre che dagli agricoltori, il marin è conosciuto (e detestato!) anche dagli sciatori e dai gestori delle stazioni sciistiche delle Alpi Liguri, soprattutto Garessio e Viola (dove purtroppo è frequente ed è forse stato tra le cause del declino delle due stazioni sciistiche di Garessio 2000 e Viola St. Grée), ma anche San Giacomo di Roburent, Prato Nevoso e Artesina (dove è un po’ meno frequente).
Il marin, infatti, scioglie la neve a bassa quota e la rende molle e bagnata in quota, rendendola inutilizzabile per gli sciatori, anche perché, finito il marin, se la temperatura scende la neve sciolta diventa ghiaccio, inservibile.
Vi è infine,un altro tipo di vento estivo tipico delle nostre Langhe che assomiglia al marin, ma non lo è: si tratta di un vento da est o sud-est, ma meno umido, che soffia sulle nostre zone quando, d’estate, si formano i temporali da instabilità o da calore sull’altopiano fossanese e saluzzese, ad ovest delle Langhe: in quelle zone, purtroppo, sono frequenti i temporali estivi anche grandinigeni (con gravi danni per la frutticoltura a cui quelle terre sono fortemente vocate), e tali intensi fenomeni creano basse pressioni locali che risucchiano aria da est, dalle Langhe, che rimangono col cielo sereno, tranne una striscia nerissima verso ovest che, statisticamente, il più delle volte ci risparmia o ci sfiora appena, procedendo verso nord-nord/est (il Torinese o l’Astigiano).
In questo caso il vento è gradito dagli agricoltori, perché sanno che tiene indietro il temporale, anche se talvolta è così teso da arrecare danni (in genere lievi) ai filari.
Per capire, in estate, se, quando compare il vento da est, sta arrivando una perturbazione da nord-ovest (che forse ci salterà!) o si sta formando un temporale sulla vicina pianura (che forse ci sfiorerà appena!), basta osservare il cielo: nel primo caso, verso est, compaiono nubi basse e veloci che solcano il cielo correndo da sud-est verso nord-ovest (si dice che “la marina gonfia”); nel secondo caso, il cielo ad est è pulito, il vento è meno umido, ma ad ovest il cielo diventa sempre più nero.
In quest’ultimo caso, quando il vento da est si attenua e cessa, il nero si allarga e il vento gira e comincia a tirare da ovest, significa che il temporale ha deciso di farci visita, e i contadini preparano senza perdere tempo i cannoni anti-grandine.
La semplice osservazione del cielo e del vento fornisce previsioni di brevissimo periodo (poche ore o, al massimo, un giorno) e valide solo su scala locale, ma da sempre utilissime, e per questo ben note, a chi coltiva la terra nelle nostre Langhe e, credo, in tutto il mondo.
Per chi, come me, ogni tanto dà solo una mano nell’orto, è comunque bellissimo cercare di leggere il cielo e l’atmosfera, una delle più belle pagine del meraviglioso libro della natura, che troppa gente ignora del tutto.
N.d.R. – Marin è anche il nome di un vento che soffia in Francia di cui si può trovare una descrizione al seguente indirizzo:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=8606