Estesa dal 55° al 69° parallelo, la Svezia si presenta geograficamente con una parte meridionale pianeggiante, ove sorgono numerosi laghi (Vanern e Vattern i principali), e una parte centro-settentrionale che degrada lentamente da ovest a est dalla catena delle Alpi Scandinave (massima elevazione il Kebnekaise, m 2117) fino al Golfo di Botnia.
Il sud (regione del Gotaland e, di fronte alla Selandia, penisola di Scania), sotto il 59° parallelo, è bagnato a ovest dal Kattegat, mentre le coste sud ed est affacciano sul Baltico. La sua natura peninsulare, e l’assenza di barriere montuose che impediscano la penetrazione dei venti marini, in particolare atlantici, nell’entroterra, ne fanno una regione a clima relativamente mite per la latitudine.
Risalendo lungo la costa occidentale essa a un certo punto piega verso ovest/nordovest e da questo punto il limite occidentale del paese non è più dato dal mare ma dal confine con la Norvegia, che corre lungo la barriera montuosa delle Alpi Scandinave. Queste montagne ostacolano l’ingresso delle correnti atlantiche e favoriscono la caduta in pioggia sul versante norvegese dell’umidità da esse trasportate, creando una barriera climatica fra il clima oceanico fresco e umido del versante norvegese e quello più continentale, più freddo in inverno e più caldo in estate, e più asciutto del versante svedese. Nella fascia tra il 59° e il 61° parallelo (Svealand) la catena montuosa è ancora piuttosto bassa e degrada rapidamente nella piana intorno al Lago Malaren, sulla cui estremità orientale sorge la capitale Stoccolma.
Più a nord, nel Norrland, le Alpi scandinave a est degradano dolcemente attraverso una sorta di altopiano verso le coste baltiche, mentre una serie di fiumi (Lule, Pite, Ume, Skellefte etc.), tutti allineati fra loro, scorrono da NW a SE lungo questi territori, sboccando in corrispondenza delle cittadine rivierasche sul Golfo di Botnia (Luleå, Umeå, Piteå etc.) caratterizzate dal suffisso å (indicante la foce; å è l’ultima lettera dell’alfabeto nelle lingue scandinave). Se nel sud sono molte le aree coltivate, questo altopiano è il regno della foresta di conifere o betulle; soprattutto nella parte più settentrionale spesso il sottobosco si presenta, nella breve estate artica, come un acquitrino semipaludoso in cui prosperano nugoli di zanzare.
All’estremo nord, oltre il Circolo Polare, e nelle zone più alte la foresta lascia il posto a praterie e tundre. Il settore triangolare delimitato a sud dal Circolo Polare, a est dal confine con la Finlandia, a ovest dal confine con la Norvegia, è la Lapponia svedese.
In gennaio solo l’estremità merdionale della Scania è toccata dall’isoterma 0°C (in °C esprimeremo tutti i dati termici), mentre la -5° taglia il paese da ovest a est intorno al 60° parallelo, salendo fino al 62° lungo la costa. L’isoterma -10° che sul Golfo di Botnia sale al 65° parallelo, taglia poi il paese con una diagonale scendendo fino al 62° parallelo al confine con la Norvegia, a sudovest di Ostersund. La zona più fredda del paese, con isoterma sui -15°, è quella della Lapponia settentrionale, la dove, nei pressi della località finlandese di Kilpisjarvi, si incontrano i confini dei 3 paesi scandinavi.
Più uniformi le temperature estive. In luglio al di sotto della +15° restano solo la fascia oltre il Circolo Polare e la parte più alta, quindi quella occidentale, del Norrland.
Le precipitazioni sono quasi ovunque comprese tra 500 e 1000 mm/anno, superate solo in alcune zone di crinale al confine con la Norvegia. Si scende sotto i 500 mm solo all’estremità settentrionale del Golfo di Botnia e in Lapponia, nel settore verso il confine finlandese.
In Lapponia e nella parte settentrionale del Norrland gli inverni sono lunghi e rigidi, con le temperature medie per 6 mesi sotto lo zero sulle coste, fino a 7-8 mesi nell’interno e in montagna. Il campo termico è tuttavia soggetto a sbalzi molto forti e improvvisi quando vi sono avvezioni fredde da nord/nordest; l’arrivo invece di correnti calde su substrati freddi può manifestarsi, a seconda dell’intensità delle correnti stessi, come un lento ma costante innalzamento termico, accompagnato da copertura del cielo, inversione termica e nevicate da cuscinetto, in genere piuttosto deboli, ovvero, in caso di correnti intense, con venti di caduta dalle Alpi Scandinave che alzano repentinamente i termometri e inibiscono la formazione di nubi e la caduta di precipitazioni. Nei mesi in cui il sole non sorge o resta comunque molto basso all’orizzonte l’andamento giornaliero delle temperature in quest’area, ma in parte anche nel sud del paese, è determinata solo dalle avvezioni calde o fredde e quindi è frequente il caso di massime notturne o di minime intorno al mezzogiorno.
In tardo inverno (marzo e prima metà di aprile) il sole si fa invece sentire: marzo ha temperature simili a novembre ma le ore di sole sono molte di più e quindi spesso le massime cominciano a salire parecchio, mentre le minime, complice l’effetto albedo, restano ancora molto basse. E’ anche la stagione dei rovesci di neve, quando le irruzioni fredde trovano ora spesso sul posto aria più calda, scalzandola verso l’alto (questo accade in tutto il paese, ma se nel nord rovesci nevosi sono non rari fino a inizio maggio, nel sud in genere si hanno solo fino alla metà di aprile).
La neve si scioglie fra fine aprile e metà maggio e, dopo una breve primavera, a giugno, col sole sempre sopra l’orizzonte, scoppia la breve estate nordica. Gli 1,5-2° di media termica più bassa in agosto rispetto a luglio ne testimoniano il declino già verso la metà di agosto. Dopo un paio di mesi abbastanza piovosi in cui le discese fredde incontrano ancora un terreno e soprattutto un mare (il Golfo di Botnia è un mare chiuso e d’estate sfiora i 20°C) ancora caldi, dalla metà di ottobre si entra rapidamente, con le prime nevi e il vertiginoso accorciarsi delle giornate, nell’inverno.
Kiruna, città mineraria oltre il Circolo Polare (il ferro estratto viene trasportato in ferrovia a Luleå in estate e a Narvik, in Norvegia, in inverno, quando il Golfo di Botnia è ghiacciato), a 450 m s.l.m, ha questi valori termici: gennaio -14,1°, aprile -2,9°, luglio 11,9°, ottobre -0,4°, anno -1,5°. La marittima Luleå ha invece: gennaio -11,6°, aprile -0,6°, luglio 15,1°, ottobre 2,7°, anno 1,3°. A Luleå cadono 490 mm/anno di precipitazioni, con massimo di 65 mm in agosto e settembre e minimo da gennaio ad aprile (30 mm/mese).
Scendendo verso sud lungo l’altopiano il clima resta simile come caratteristiche generali, ma ovviamente si attenuano gli estremi di freddo invernale e la durata della stagione fredda (5 mesi con temperature medie negative; la prima neve cade in genere a fine ottobre / inizio novembre). A Ostersund (63,2°N, 376 m) abbiamo a gennaio -8,8°, ad aprile 1,2°, a luglio 13,7°, a ottobre 3,6° (anno 2,6°), mentre le precipitazioni sono di 500 mm, con massimo in luglio e agosto (70 mm) e minimo in febbraio e marzo (ca. 25 mm, secco anche gennaio con 29 mm). Sundsvall (sul mare, a 62,5°N) è più calda in estate, beneficiando del tepore marino soprattutto nei valori minimi. Abbiamo in gennaio -9,6°, in aprile 2,2°, in luglio 15,7°, in ottobre 4,8° (anno 3,4°), con 606 mm/anno di precipitazioni (settembre mese più piovoso con 82 mm seguito da agosto con 65, più asciutti i mesi da gennaio a maggio). Anche qui nel cuore dell’inverno le oscillazioni termiche giornaliere sono determinate essenzialmente dalle avvezioni calde e fredde visto che il sole compare sì all’orizzonte, ma in dicembre e gennaio è così basso che influenza molto poco le temperature.
Fin qui possiamo definire il clima temperato freddo continentale, appena più marittimo sulla costa, mentre la fascia intorno al 60° parallelo, quella dove si trova anche Stoccolma, è di transizione tra il dominio climatico già descritto e quello più influenzato dall’Atlantico del sud. Ne riparleremo nella seconda parte.