Estesa per 1.142.000 kmq, tra le latitudini 4°S e 12°N, la Colombia ha un clima ovviamente con caratteri tropicali ovunque, ma con differenze marcate da zona a zona sia per gli andamenti pluviometrici, sia per quelli termici. Concorrono a questa differenziazione sia l’elevata estensione in latitudine, sia, anzi soprattutto, l’orografia e le correnti marine.
Il paese è infatti molto complesso dal punto di vista orografico, con la catena delle Ande che, non contenta di differenziare nettamente il settore occidentale (a sua volta con caratteri climatici diversi nella parte affacciata sul Pacifico rispetto a quella che dà sul Mar dei Caraibi) da quello orientale, molto più vasto, che fa parte del vasto bacino del Rio delle Amazzoni, si presenta in Colombia allineata in tre catene parallele, le Cordigliere Occidentale, Centrale e Orientale, con quindi le valli interne che climaticamente non appartengono né al settore orientale né a quello occidentale, e la ovvia differenziazione climatica al variare dell’altitudine e dell’esposizione, passando così dalla foresta equatoriale o monsonica delle “terre basse” ai nevai e ghiacciai perenni oltre quota 4800-5000, passando per la foresta nebulare e le praterie d’alta quota.
Le maggiori altitudini vengono raggiunte nella Cordigliera Centrale (Nevado del Hulla, m 5750) e Orientale (Sierra Nevada del Cocuy, m 5493), ma la vetta più alta del paese è la quasi solitaria Sierra Nevada de Santa Maria, 5800 m, che si erge come propaggine staccata della Cordigliera Occidentale, molto vicina alla costa caraibica, dividendo dal resto del paese la piccola Penisola de la Guajira, come vedremo la parte meno umida del paese, almeno nel suo settore più settentrionale.
Oltre metà del territorio si trova a est della Cordigliera Orientale ed è occupato da una porzione della vasta foresta equatoriale dell’Amazzonia, il polmone verde della terra. Il Rio delle Amazzoni tocca appena per pochi chilometri il territorio colombiano nell’enclave sudorientale di Leticia, ma molti importanti affluenti settentrionali percorrono centinaia di chilometri in terra colombiana, principali vie di comunicazione in una regione molto umida, semispopolata e caratterizzata da una fitta e lussureggiante vegetazione. Allontanandosi dall’Equatore verso nord, la piovosità praticamente costante (salvo poco accentuati massimi zenitali) della fascia immediatamente a cavallo del parallelo 0°, tende ad assumere una certa stagionalità. In particolare oltre i 5°/6°N si inizia ad avere un breve periodo (2-3 mesi) relativamente secco in corrispondenza dell’inverno boreale, quando prevalgono gli alisei di NE e la ITCZ (la fascia di convergenza intertropicale, corrispondente alla linea di massima piovosità) si trova a sud dell’Equatore. D’altra parte l’estremo nordest del paese confina con il Llano venezuelano, tipica zona a savana, con vegetazione quindi ormai tipica di aree con una definita stagione asciutta.
Il clima tropicale con breve stagione secca invernale si trova quindi nella parte più settentrionale del settore amazzonico, con precipitazioni annue comunque superiori ai 2000 mm, ma anche, con apporti pluviometrici inferiori ai 2000 mm (e localmente, seppur di poco, anche ai 1000), nelle vallate tra le Cordigliere, nonché sulle pianure settentrionali, compresa la fascia costiera caraibica tra Panama e la Sierra de Santa Maria e la piccola piana di Cucuta, dove la Cordigliera Orientale e quella di Merida, che prosegue in territorio venezuelano, disegnano una sorta di lettera Y. Le pendici orientali della Cordigliera Orientale, a nord del 5°N, sono la zona più piovosa del paese in luglio (oltre 400 mm/mese), quando, al culmine dell’estate boreale, in quest’area staziona la ITCZ, ove convergono, entrambi con componente orientale, gli opposti alisei, con la convezione e lo stau orografico che si sommano favorendo appunto precipitazioni particolarmente copiose. Come vedremo solo il settore a ovest della Cordigliera Occidentale, dove le masse d’aria umida arrivano invece da ovest, uguaglia la piovosità estiva di questa regione.
Per quanto riguarda la penisola di Guajira, possiamo parlare di clima tropicale ad umidità variabile, con precipitazioni non abbondanti (inferiori ai 1000 mm/anno, ma sui 500 mm nella parte più settentrionale) e massimi zenitali.
Clima tropicale senza stagione secca lo troviamo oltre che nel settore amazzonico centro-meridionale (dove la piovosità supera ovunque i 2000 mm/anno e spesso i 3000), sulla fascia affacciata sul Pacifico, dovendo tuttavia fare una importante distinzione fra il settore oltre i 4°N e quello a sud di questo parallelo. Manca una stagione secca anche sulla parte delle pianure settentrionali al limite delle Cordigliere, dove da aprile a novembre le piogge sono portate dalla ITCZ, mentre in inverno è l’effetto stau delle masse d’aria portate dagli alisei di NE a provocarle.
Torniamo alla costa del Pacifico. In questa parte del paese sono le correnti marine a determinare il clima. La corrente calda Equatoriale, detta anche Corrente di Panama, trasporta da ovest verso est masse d’aria calda e umida, che incontrano infine i rilievi centroamericani, sul Panama, e quelli della Cordigliera Occidentale, in Colombia. Il sollevamento orografico di queste masse d’aria cariche di vapore è all’origine della formazione, soprattutto nelle ore più calde, di imponenti nubi cumuliformi cui sono associati intense rovesci temporaleschi quasi quotidiani. Tra i 4°N e il confine panamense, a ridosso della Cordigliera Occidentale si hanno così oltre 400 mm/mese di piogge per tutto l’anno, arrivando localmente ad accumuli annui di 8 metri! Leggermente meno intense le precipitazioni sulla costa, soprattutto dove la stessa è più lontana dal rilievo, ma accumuli di oltre 200 mm/mese per tutto l’anno sono comunque la norma.
Per quanto riguarda la parte più meridionale della regione affacciata sul Pacifico, tra i 4°N e il confine con l’Ecuador, la piovosità rimane molto elevata, anche qui con accumuli spesso oltre i 400 mm/mese, durante il periodo gennaio/giugno. Da luglio a metà dicembre, pur non potendo parlare di stagione secca, si ha tuttavia una riduzione sensibile delle piogge, visto che nell’estremo sud le piogge del secondo semestre rappresentano solo il 30% circa di quelle dell’intero anno.
In questa parte del paese infatti nella seconda parte dell’anno riesce talvolta a dispiegare i suoi effetti la fresca Corrente di Humboldt, quella che bagna le coste peruviane per tutto l’anno. I venti secchi e freschi che accompagnano questa corrente sono come è noto apportatori di tempo asciutto (ma anche di nebbie d’avvezione e in alcune stagioni di nubi stratiformi con pioviggini) sulla costa del Perù, essendo da un lato l’acqua più fredda una fonte modesta di umidità, dall’altro la corrente accompagnata da una figura anticiclonica permanente.
L’Ecuador è fortemente influenzato dalla corrente da metà giugno a dicembre, tanto da avere una stagione del tutto asciutta sulla costa a sud dell’Equatore e sulle Isole Galapagos, mentre a nord dell’Equatore l’influenza diventa più intermittente e inoltre molto diversa da anno ad anno. Passando quindi sulla costa colombiana, gli effetti stabilizzanti sul tempo, nel periodo luglio/dicembre, della suddetta corrente sono sempre più irregolari, tanto che mai cadono meno di 100 mm/mese, tuttavia importanti a caratterizzare in questo semestre una piovosità molto più ridotta di quella del primo semestre.
Gli anni El Niño sono quelli in cui l’effetto della corrente di Humboldt viene meno, visto che il settore di costa colombiano ed ecuadoreno rimane costantemente bagnato dalla calda Corrente Equatoriale (e l’anticiclone sul Pacifico sta più basso di latitudine), e anche sui mari del Perù e del Cile centro-settentrionale le acque rimangono più calde e la piovosità è più alta della media. Negli anni El Niño quindi la costa colombiana sul Pacifico sperimenta piovosità elevata e abbastanza costante durante tutto l’anno anche nel settore più meridionale.