Il buco dell’ozono, notoriamente collocato sopra l’Antartide, ha raggiunto il suo picco annuale a settembre con una superficie significativamente inferiore rispetto agli ultimi decenni. Tra l’altro lo ha raggiunto circa un mese prima del solito.
Il motivo, a detta degli esperti, è che ci sono state condizioni climatiche insolite che ne hanno limitato la crescita, insieme al graduale declino della sua superficie che è stato registrato negli ultimi anni grazie all’adozione delle misure concordate nel protocollo di Montreal.
Secondo le misurazioni satellitari di NASA e NOAA, il buco dell’ozono ha raggiunto il picco annuale lo scorso 8 di settembre, con una superficie di 6,3 milioni di miglia quadrate (circa 163 milioni di chilometri quadrati), ridottosi ulteriormente a meno di 3,9 milioni di miglia quadrate durante il resto di settembre e nel mese di ottobre.
Per avere un’idea di quello che è successo quest’anno, durante l’estate australe solitamente il buco dell’ozono cresce fino a raggiungere una superficie massima di circa 8 milioni di miglia quadrate alla fine di settembre o all’inizio di ottobre.
Quello che è successo quest’anno è anormale, secondo gli esperti della NASA le cause sono da ricercarsi nelle temperature stratosferiche più alte del normale, significa che l’ozono atmosferico ha improvvisamente intrapreso un percorso piuttosto rapido verso il recupero.
Questa è la terza volta negli ultimi 40 anni che la circolazione atmosferica ha causato temperature stratosferiche così alte da limitare il processo di esaurimento dell’ozono. Situazioni simili si sono verificate nella stratosfera antartica nel settembre 1988 e nel 2002.
Per gli esperti resta comunque uno strano evento che stanno ancora cercando di capire.