Ormai sul finire dell’inverno, i primi giorni di questa settimana sono state stabilite nell’estremo nord europeo alcune tra le più basse temperature raggiunte in questa stagione.
A causare questa forte ondata di freddo che è andata a colpire il nord scandinavo, è stato l’afflusso di aria artica da nord-est unito ai cieli sereni, la bassa umidità e la copertura nevosa del suolo, tutti fattori che abbinati determinano potenti inversioni termiche notturne.
Le temperature più basse hanno raggiunto il 5 marzo i -33°C, precisamente -33,3°C a Gielas (Svezia), che meglio quest’anno aveva fatto solo il 5 gennaio quando era scesa fino a -40°C.
La soglia dei -30°C è stata superata da altre località svedesi, come Nikkaluokta (-32,6°C), Naimakka, Karesuando ed altre, ed anche in Norvegia, dove la temperatura più bassa di -32,2°C è stata raggiunta a Sandhaug, mentre in Finlandia i termometri si sono fermati a pochi decimi di grado da questa soglia.
Non è così strano che in questa stagione si raggiungano ancora temperature così basse, così come non è troppo strano che si raggiungano i primi 30°C in Spagna, tanto che spesso proprio tra fine inverno e inizio primavera c’è la massima differenza tra temperature minime e massime sul continente europeo.
Ancora più a nord, nell’arcipelago delle Svalbard, ad appena 1000 km dal Polo Nord, non è nemmeno troppo raro che sia marzo il mese più freddo. Quest’anno poi, dopo un inverno molto caldo, tra 6 e 8 gradi più caldo del normale, le probabilità di avere un marzo più freddo dei mesi invernali aumentano, anche se per ora il freddo intenso sta schivando l’arcipelago, e questa prima parte di marzo continua ad avere temperature di circa 8°C oltre la norma.
Una stagione invernale che per l’Artico è stata una vera sciagura, con lunghi periodi passati con temperature di 20°C sopra la norma, in un processo di riscaldamento che anno dopo anno aumenta sempre più e sembra ormai irreversibile.