Ne abbiamo parlato spesso, spesso le nominiamo e ci scordiamo che trattasi di un termine meteo puramente “tecnico” che non tutti conoscono. Stiamo parlando delle “gocce fredde”.
Verranno nominate sempre più spesso perché con l’incedere stagionale, con l’approssimarsi dell’estate, le perturbazioni atlantiche perderanno vigore e cresceranno gli apporti anticiclonici. Si andrà incontro alla stabilità estiva, alla stabilità atmosferica duratura, ma quella stessa stabilità può essere uno degli elementi scatenanti dei temporali.
Gocce fredde, dicevamo. Cercheremo di non complicare troppo l’argomento, anche perché a ben vedere non è così difficile. La goccia fredda è semplicemente un’area di Bassa Pressione, un Vortice Ciclonico, che perde l’alimentazione primaria (ad esempio la circolazione atlantica o l’aria fredda orientale) e che se ne sta là, sola soletta, isolata ad alta quota. Solitamente è isolata perché circondata da un campo di Alta Pressione.
Spesso si può formare anche a seguito di semplici (si fa per dire) sbuffi d’aria fresca. Se il fresco si insinua in una calda struttura anticiclonica, gli inevitabili contrasti termici possono dar luogo a una circolazione ciclonica foriera d’instabilità. Sono le tipiche situazioni tardo primaverili ed estive, quelle situazioni capaci di generare forti temporali in un contesto di generale stabilità atmosferica.
Ora speriamo che sia un po’ più chiaro perché l’argomento è “caldo”. Ne inizieremo a parlare nei prossimi giorni, allorquando aria fresca dai quadranti orientali andrà ad alimenterà un’ampia area di bassa pressione centrata al Centro Sud e inserita al di sotto di un possente Anticiclone continentale. Insomma, anche questi sono cenni di bella stagione.