Gli ultimi tre giorni di gennaio sono considerati i più freddi dell’anno, secondo una tradizione. Sono infatti conosciuti come i “giorni della merla” (in qualche caso vengono invece considerati il 30, 31 gennaio e 1° febbraio), sulla base di diverse leggende tramandate nei secoli da tempi antichissimi (clicca qui per approfondire). Detto ciò, vediamo di capire se questa tradizione ha un qualche fondamento: naturalmente ogni anno fa storia a sé e non sempre il periodo più freddo dell’anno si concentra a fine gennaio, in modo tale da coincidere con le storiche leggende della Merla.
Basandoci sulle statistiche climatiche per periodi abbastanza ampi (ad esempio il trentennio compreso fra il 1971 ed il 2000), viene alla luce come sia complicato individuare il periodo invernale più freddo sull’Italia, non tanto perché varia, come comprensibile, di anno in anno, ma piuttosto perché cambia da zona a zona. Il picco di freddo non è quindi uguale nelle varie regioni d’Italia e ciò dipende dalle peculiarità climatiche, in parte dal soleggiamento, dall’inerzia termica del mare e dalla traiettoria delle irruzioni fredde solite verificarsi durante il trimestre invernale.
Ma vediamo meglio i dettagli….
Ad esempio sul Nord Italia in genere il periodo più freddo dell’anno è quello della prima decade di gennaio, mentre spostandoci al Centro-Sud i periodi dell’anno mediamente più freddi si realizzano fra la seconda e la terza decade di gennaio, in taluni casi anche la prima quindicina del mese di febbraio su alcune aree del Sud e Sicilia. Quel che emerge è che la fase più fredda dell’inverno tende a tardare man mano che ci si sposta verso il Sud. Le differenze termiche tra il Nord ed il Sud Italia tendono ad attenuarsi a partire da febbraio e lo faranno ancor più nel corso della primavera.