Il ghiaccio marino artico ha segnato, il 7 marzo scorso, un nuovo record negativo per quel che concerne l’estensione del ghiaccio a conclusione della stagione invernale mentre dall’altra parte del pianeta il ghiaccio marino dell’Antartide ha fatto segnare la più bassa estensione di sempre al termine della stagione estiva. In quest’ultimo caso si tratta di una svolta sorprendente dopo decenni di espansione moderata.
Il 13 febbraio, la combinazione ghiaccio Artico e ghiaccio marino antartico raggiungevano il dato più basso dal momento in cui sono iniziate le rilevazioni satellitari (1979). Il totale era pari a 6,26 milioni di miglia quadrate (16.21 milioni di chilometri quadrati), che è 790.000 miglia quadrate (2 milioni di chilometri quadrati) inferiore alla misura minima media globale del periodo 1981-2010. Ovvero una perdita equivalente a una superficie più grande del Messico.
L’artico ha subito una combinazione di temperature più calde rispetto alla media, venti non favorevoli all’espansione del ghiaccio e una serie di tempeste che ne hanno ostacolato la crescita. La misura massima di quest’anno è stata raggiunto il 7 marzo: 5,57 milioni di miglia quadrate (14,42 milioni di chilometri quadrati), 37.000 miglia quadrate al di sotto del record precedente (nel 2015, pari a 471.000 miglia quadrate ovvero 1,22 milioni di chilometri quadrati inferiore all’estensione massima media 1981-2010).
In Antartide il record negativo di quest’anno era pari a 815.000 miglia quadrate (2,11 milioni di chilometri quadrati) ovvero inferiore di 71.000 miglia quadrate (184.000 chilometri quadrati) alla precedente misura del minimo più basso appartenente al 1997.