Allea «E’ molto vistoso l’ammasso nuvoloso collegato a un vortice ciclonico attuatosi in Mediterraneo, dovuto a un repentino riscaldamento stratosferico polare. Generalmente produce dei cambiamenti del tempo estremamente vistosi».
Sono le parole con cui il colonnello Andrea Baroni, la sera del 31 dicembre 1984 su RaiUno, annunciava la storica ondata di gelo di vent’anni fa. Un evento che, come indicano i dati, il 1º gennaio 1985 nel Novarese era già in atto.
Ma fu la seconda irruzione artica, tra il 5 e il 6 che, giungendo su regioni già raffreddate, portò i termometri a livelli inusuali. L’8 gennaio, in prima pagina, “La Stampa” titolava: ‘Record -35° in Valsesia’, dando notizia del valore misurato alla stazione d’arrivo della funivia di Punta Indren (3.260 metri). Il 9, sempre “La Stampa” nelle cronache locali: “La linea elettrica si stacca per il gelo, paralizzata la linea del Sempione”. Il giorno dopo: “Novara, molte scuole chiuse, palazzo di giustizia al freddo”. Il “Corriere di Novara” invece, annotava: «Se le temperature continuano a restare alle minime attuali molti impianti di riscaldamento rischiano di fermarsi per mancanza di gasolio. Non è un problema di riserva ma della grande difficoltà che s’incontra nel travasare il liquido, che al di sotto dei 5 gradi comincia a gelare». Il sindaco del Capoluogo, Armando Riviera, firmava intanto un’ordinanza che consentiva l’accensione del riscaldamento anche notturno fino al 17 gennaio.
Il gelo però uccideva: da Castelletto Ticino, Lucia Russo, 43 anni, in casa senza riscaldamento, giungeva all’ospedale Maggiore di Novara con 22 °C di temperatura corporea e moriva per assideramento. All’aeroporto di Cameri, dove l’anno era iniziato con una minima di -8,4 °C, la progressione fu impressionante: il 3 si era a -10,0 °C; il 4 a -11,8 °C; il 6 a -15,8 °C: un valore che batteva il record precedente, cioè il -15,4 °C del gennaio 1971.
Piazza Martiri
Ancora Piazza Martiri Per quanto drammatica tuttavia, la situazione era destinata ad aggravarsi: il 10 a Cameri si andava a -16,8 °C, l’11 a -17,0 °C. Nella serata di domenica 13 cominciava la grande nevicata: in 74 ore, su Novara cadevano 75 centimetri, a Cameri 90. Il 17, ancora in prima pagina, “La Stampa” scriveva: «Milano è in tilt. Novara è una città in emergenza, che non riesce più a liberarsi dalla neve». Lo stesso giorno, il “Corriere di Novara” titolava: “Sepolti dalla neve incombe il pericolo del gelo”. In città, il 14 c’erano 400 spalatori, il 15 erano 600, il 16 ne erano allineati 250, ma rinforzati da 320 uomini dell’esercito. La concessionaria Agip petroli dichiarava al giornale: «Da due giorni non siamo in grado di consegnare olio combustile e le scorte di gasolio sono alla fine. Abbiamo soltanto la scorta per gli ospedali».
Novara rimaneva bloccata. Il 19, finalmente, arrivarono 2.300 uomini del 131º battaglione Ticino che, lavorando giorno e notte, riportarono le strade verso una lenta normalità.
Foto dall’Archivio di Novara Oggi
Pubblicato da Stefano Di Battista – Novara Oggi
Allea «E’ molto vistoso l’ammasso nuvoloso collegato a un vortice ciclonico attuatosi in Mediterraneo, dovuto a un repentino riscaldamento stratosferico polare. Generalmente produce dei cambiamenti del tempo estremamente vistosi». Sono le parole con cui il colonnello Andrea Baroni, la sera del 31 dicembre 1984 su RaiUno, annunciava la storica ondata di gelo di vent’anni fa. Un evento che, come indicano i dati, il 1º gennaio 1985 nel Novarese era già in atto. Ma fu la seconda irruzione artica, tra il 5 e il 6 che, giungendo su regioni già raffreddate, portò i termometri a livelli inusuali. L’8 gennaio, in prima pagina, “La Stampa” titolava: ‘Record -35° in Valsesia’, dando notizia del valore misurato alla stazione d’arrivo della funivia di Punta Indren (3.260 metri). Il 9, sempre “La Stampa” nelle cronache locali: “La linea elettrica si stacca per il gelo, paralizzata la linea del Sempione”. Il giorno dopo: “Novara, molte scuole chiuse, palazzo di giustizia al freddo”. Il “Corriere di Novara” invece, annotava: «Se le temperature continuano a restare alle minime attuali molti impianti di riscaldamento rischiano di fermarsi per mancanza di gasolio. Non è un problema di riserva ma della grande difficoltà che s’incontra nel travasare il liquido, che al di sotto dei 5 gradi comincia a gelare». Il sindaco del Capoluogo, Armando Riviera, firmava intanto un’ordinanza che consentiva l’accensione del riscaldamento anche notturno fino al 17 gennaio. Il gelo però uccideva: da Castelletto Ticino, Lucia Russo, 43 anni, in casa senza riscaldamento, giungeva all’ospedale Maggiore di Novara con 22 °C di temperatura corporea e moriva per assideramento. All’aeroporto di Cameri, dove l’anno era iniziato con una minima di -8,4 °C, la progressione fu impressionante: il 3 si era a -10,0 °C; il 4 a -11,8 °C; il 6 a -15,8 °C: un valore che batteva il record precedente, cioè il -15,4 °C del gennaio 1971. Piazza Martiri Ancora Piazza Martiri Per quanto drammatica tuttavia, la situazione era destinata ad aggravarsi: il 10 a Cameri si andava a -16,8 °C, l’11 a -17,0 °C. Nella serata di domenica 13 cominciava la grande nevicata: in 74 ore, su Novara cadevano 75 centimetri, a Cameri 90. Il 17, ancora in prima pagina, “La Stampa” scriveva: «Milano è in tilt. Novara è una città in emergenza, che non riesce più a liberarsi dalla neve». Lo stesso giorno, il “Corriere di Novara” titolava: “Sepolti dalla neve incombe il pericolo del gelo”. In città, il 14 c’erano 400 spalatori, il 15 erano 600, il 16 ne erano allineati 250, ma rinforzati da 320 uomini dell’esercito. La concessionaria Agip petroli dichiarava al giornale: «Da due giorni non siamo in grado di consegnare olio combustile e le scorte di gasolio sono alla fine. Abbiamo soltanto la scorta per gli ospedali». Novara rimaneva bloccata. Il 19, finalmente, arrivarono 2.300 uomini del 131º battaglione Ticino che, lavorando giorno e notte, riportarono le strade verso una lenta normalità. Foto dall’Archivio di Novara Oggi Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Stefano Di Battista – Novara Oggi Inizio Pagina