Il lunghissimo fronte freddo che oggi unisce meteorologicamente il Marocco con la Penisola di Kola, riesce ad abbattere definitivamente la resistenza alpina e ad entrare in Italia, posizionando subito un avamposto depressionario sulla Liguria (1016 hPa).
Ancora vivo, ma in dissolvimento, il cuore ciclonico britannico a 999 hPa. Questo, insieme al fido scudiero scandinavo a 997 hPa apporta nuova linfa al settore frontale nord-europeo, coinvolgendo in questo modo anche i Paesi Baltici.
I venti artici marittimi alimentano una nuova depressionaria non lontana dalle coste meridionali groenlandesi (1001 hPa). Il neonato fronte occluso punta dritto verso l’Irlanda.
Il rinvigorimento azzorriano a 1035 hPa fa ben sperare per il contenimento della nuova perturbazione sopraccitata, ma poco può, ormai, nei confronti di quella già in evoluzione sui cieli mediterranei.
Ancora stabile l’anticiclone russo. I suoi 1036 hPa sono una garanzia di opposizione contro il fronte freddo in evoluzione verso est.
L’enorme massa nuvolosa associata al fronte freddo atlantico è stazionaria sopra i cieli settentrionali italiani. Il coinvolgimento delle Regioni centrali, per ora, è scarsamente pluviometrico.
Il settore post-frontale del fronte freddo posizionato sulla Francia meridionale, Spagna mediterranea ed Italia nord-occidentale è caratterizzato da cumulonembi supportati da una ricca popolazione di cumuli, provocando precipitazioni anche ingenti su questi territori.
Nell’ormai ex-settore caldo, quasi del tutto sollevato dall’incalzante fronte freddo, posto sulle Regioni centro-settentrionali e nord-orientali italiane, si assiste ad un susseguirsi di nembostrati ed altostrati con piogge continue e persistenti in trascinamento verso il Triveneto.
L’alta pressione mediterranea, ormai molto assottigliata, riesce a regalare bel tempo solo alle Regioni meridionali italiane.