Da metà aprile in poi abbiamo assistito a un cambio di marcia. O meglio, la primavera ha innestato la retromarcia. Se preferite, diciamo che la primavera si è decisa a far la primavera. Che significa? Che dopo le persistenti anomalie termiche positive – durate bene o male oltre un mese – le temperature sono rientrate nei ranghi. Non solo. Le frequenti incursioni d’aria fresca, associabili a aree depressionarie più ficcanti sul Nord Italia, hanno determinato un crollo termico al punto tale che anche nei primi giorni di maggio abbiamo registrato temperature inferiori alla media trentennale di riferimento (1981-2010).
La mappa delle anomalie termiche continentali evidenzia deviazioni negative su tutta l’Europa centro settentrionale, nordorientale, Francia e Italia comprese. Per quel che ci riguarda, gli scarti maggiori hanno coinvolto il Nordovest (il verde ci dice che l’anomalia è nell’ordine dei 3-4°), altrove temperature inferiori di 1-2°C (salvo alcune eccezioni a carattere locali, soprattutto le coste ioniche dove al contrario abbiamo avuto qualche decimo di grado in più del normale). Il caldo estivo, per il momento, se ne sta rintanato in altri lidi (nord Africa e Penisola Iberica).