Spesso abbiamo posto in grande evidenza quelli che sono stati i benefici del lockdown sull’ambiente. La chiusura delle fabbriche e la limitazione drastica del traffico dei veicoli si era tramutata in aria più pulita, con minori emissioni di polveri sottili e di biossido d’azoto.
Non solo aria più respirabile, ma anche il mondo che ci circonda ha beneficiato della nostra chiusura forzata in casa. Le acque dei fiumi sono tornate trasparenti persino nelle grandi città, così come i canali a Venezia non hanno mai avuto acqua così limpida a memoria negli ultimi decenni.
La minore presenza dell’uomo ha peraltro permesso a molte specie faunistiche di conquistare spazi che non gli erano propri. Questo è accaduto nelle acque di mare specie nei porti, ma anche agli animali da terraferma nelle nostre strade cittadine.
Ora è bastato qualche giorno di riaperture ed allentamento del lockdown per notare purtroppo delle ripercussioni negative. La fase 2, così giustamente auspicata per far ripartire il motore economico dell’Italia e riconquistare la nostra libertà, si è tradotta subito nei soliti danni ambientali a cui siamo abituati.
L’inquinamento è tornato a rendere torbide le acque del fiume Sarno, in Campania. Non appena la gran parte delle aziende ha ripreso la produzione, è chiaramente emersa la conseguenza degli sversamenti abusivi di rifiuti verso il corso d’acqua.
Il fiume Sarno è tornato così ad essere quello che conoscevamo, uno dei più inquinati d’Europa. Da più parti si chiedono interventi di controllo urgente e punizioni esemplari, per i criminali che inquinamento l’ambiente. Sarebbe importante fare in modo che il Post-Covid sia almeno un po’ diverso dal Pre-Covid.