L’estremizzazione meteo del nostro clima, che dura oramai da due mesi a questa parte, è sotto gli occhi di tutti, con delle cronache che sembrano dei bollettini da guerra.
Non c’è regione d’Italia che non abbia avuto dei danni negli ultimi due mesi: al Nord sono prevalse le frane, gli smottamenti, gli allagamenti, al Centro e al Sud i disagi da venti estremi e in generale in tutti i settori costieri il mare ha provocato notevoli danni, dalla Liguria, alla città di Venezia, alle coste campane, quelle siciliane e sarde.
Purtroppo, una fase meteo così estrema è un altro segnale di cambiamento climatico: se da un lato tali fenomeni sono sempre esistiti anche nei secoli e nei millenni passati, dall’altro abbiamo avuto una intensificazione e un incremento del numero di tali fenomeni, con un’estremizzazione del nostro clima sempre più accentuata.
È vero che le cronache meteo sono diventate molto più frequenti e precise negli ultimi anni, ma è anche vero che l’aumento di tali fenomeni e soprattutto la grave cementificazione selvaggia adottata in diverse realtà italiane non ha fatto altro che arrecare ancora più danni e disastri.
Se si fosse fatta una pianificazione territoriale adeguata molto probabilmente alcuni danni sarebbero stati evitati, anche se i più gravi errori sono sempre quelli individuali: persone che sfidano le bufere di neve, sfidano il mare in tempesta, vanno con l’auto nei sottopassi allagati. Purtroppo sono tutti comportamenti veramente poco intelligenti che a volte finiscono in tragedia.
Ribadiamo il concetto che è sempre meglio prevenire che curare e le varie Protezioni Civili hanno emanato, oltre ai bollettini meteo, anche un vademecum nel caso di emergenza.