Storicamente si intende per “estate di San Martino” un periodo di 3 giorni dove il meteo è molto clemente: già anticamente ci si era resi conto che al termine dell’autunno, il nostro Paese potesse ancora beneficiare di relativa mitezza, dopo le prime brinate e, al tempo stesso, prima che l’inverno partisse su serio.
Nei decenni (e anche secoli) passati, non era affatto raro che potessero esserci già delle gelate in Pianura Padana ai primi di novembre, ma -statisticamente- questo freddo precoce era spesso interrotto da un periodo relativamente più caldo.
Le statistiche in parte confermano che è così: ovviamente non possiamo dire che sicuramente ogni anno dal 10 al 12 novembre è mite, ma un periodo più caldo della media attorno a metà novembre è facilmente possibile.
Quest’anno come da copione arriverà un periodo piuttosto stabile (in realtà dal 13), ma parlare di “estate di San Martino” non è molto corretto, in quanto il picco di tepore dei prossimi giorni sarà solo un’accentuazione ulteriore del meteo estremo che stiamo vivendo in questi ultimi anni: non facciamo considerazione solo alla severa ondata di maltempo delle settimane passate, ma in un quadro generale, fatto di anomalie di estremo opposto (da estremamente secco a estremamente piovoso), con un comun denominatore: il TROPPO CALDO e l’assenza totale del gelo che -di tanto in tanto- dovrebbe apparire in Pianura Padana tra metà ottobre e metà novembre.
In figura sono rappresentate le anomalie (a 2 metri) della prima decade di novembre 2018 a livello continentale (fonte: WeatherBell): si può notare una vastissima anomalia positiva sull’Europa continentale, interessata da insistenti campi di alta pressione e in totale assenza di discese di aria gelida da nordest. Le anomalie (soprattutto in quota) saranno destinate ad aumentare ulteriormente nella settimana entrante.