Per le previsioni meteo di tipo probabilistico si utilizza una modalità avanzata: si prende un determinato run modellistico e si effettuano dei piccolissimi scostamenti alle condizioni iniziali. Si vede successivamente quanta divergenza c’è tra le varie previsioni, che in una carta geografica vengono visualizzate da delle linee.
Queste ultime, in prima approssimazione, sono i binari dove scorrono i fronti, pertanto il lettore potrà seguire l’andamento delle perturbazioni grazie a questa modalità.
Le figure, cortesia di —, mostrano tale previsione meteo ensemble probabilistica, a 24 e 240 ore (cioè dopo 1 giorno e dopo 10 giorni, con le STESSE condizioni iniziali): come si può notare, se si procede di poche ore le linee sono molto vicine e quindi si capisce bene quale sarà la traiettoria del fronte; se invece si va molto avanti nel tempo, ad esempio a 10 giorni, si nota che la carta diventa un groviglio di linee poco comprensibile.
Questo è dovuto al fatto che le previsioni meteo a lungo termine sono soggette a amplificazione dell’errore iniziale: a una piccolissima variazione dei dati nel input corrisponde un’enorme variazione dei dati finali, quindi la previsione può venire completamente disattesa nelle lunghe distanze temporali.
Ma allora, a cosa servono le tendenze meteo a lungo termine, se possono essere così inaffidabili? La loro valenza scientifica è dovuta al fatto che possono indicarci se arriva un periodo particolarmente freddo, oppure se la siccità volgerà al termine, ma non potremo mai sapere con largo anticipo (10 giorni) se un tal giorno a una tal ora pioverà o meno.