Esiste una configurazione meteo che impedisce l’arrivo di qualsiasi fronte da nordovest: l’esistenza di un’alta pressione sul Mediterraneo Occidentale e/o sull’Europa occidentale.
La presenza di alte pressioni ben strutturate non deve stupire, poiché fanno parte del clima delle medie latitudini: Il problema sorge quando tali promontori diventano stazionari, ovvero permangono per tanti giorni nella medesima area.
In estate questo significa ondate di calore prolungate, soprattutto se i massimi di alta pressione e geopotenziale sono sul nostro paese o appena a ovest, quindi sulla Francia.
Nelle altre stagioni, invece, significa totale assenza di precipitazioni, in particolar modo sul l’Italia centro settentrionale e tirreniche: la presenza di piogge diffuse su queste aree dipende dalle saccature in arrivo a ovest del paese, che portano precipitazioni sul ramo ascendente della saccatura. Se però le alte pressioni inibiscono il flusso delle perturbazioni, allora le piogge latitano su buona parte del continente occidentale.
Questo perché alle nostre latitudini vige il flusso zonale, ovvero i fronti vanno da Ovest verso est: esiste anche un’altra configurazione meteo, da est verso ovest, che si chiama Moto retrogrado. Esso però è molto più raro statisticamente, quindi possiamo affermare con ragionevole sicurezza che quando un promontorio di alta pressione staziona sull’Italia o anche sulla Francia le precipitazioni sul nostro paese sono pressoché nulle.
Reanalisi del 7 novembre 2015 a cura di Meteociel: una robusta alta pressione sub-tropicale coinvolge quasi tutta l’Europa Occidentale, facendo scorrere i fronti atlantici a latitudini altissime. La situazione meteo, ostinatamente uguale per quasi tutto il mese, ha di fatto prodotto il novembre più secco di sempre al nord-ovest e uno tra i meno piovosi da 200 anni a livello nazionale.
Queste configurazioni meteo sono alla base delle siccità invernali: rammentiamo che l’inverno è la stagione più secca per il Nord Ovest italiano, quindi non deve stupire se non piove o non nevica per 15 giorni.
Ci sono stati degli anni dove non è caduta neanche una goccia d’acqua o neanche un fiocco di neve su buona parte del Nord, e queste siccità prolungate non sono in aumento, secondo diversi studi di settore (Osservatorio Geofisico di Modena, Centro Geofisico di Varese, Osservatorio Milano Brera, Stazione Meteo di Torino Centro, ecc.).
Il problema sorge quando le suddette siccità coinvolgono anche stagioni molto piovose, quali l’autunno: secondo l’osservatorio meteorologico di Torino, il più antico in Italia, le siccità invernali non sono in aumento, ma lo sono quelle autunnali.
In particolar modo, la gravissima siccità dell’autunno 2015 è stato un fatto completamente inedito per la città: un bimestre senza neanche una goccia d’acqua quale novembre-dicembre non si era mai verificato in 250 anni, mentre non ricevere neanche una goccia d’acqua in tutto il mese di ottobre 2017 è stato il secondo caso in 250 anni, dopo quello del 1921.
Quello che stupisce è che due siccità così gravi in autunno, la stagione statisticamente più piovosa, siano state così ravvicinate: queste bizzarrie meteo potrebbero essere conseguenze dei cambiamenti climatici, non solo a livello mondiale ma anche a livello regionale.