Meteo estivo e fohn possono esistere insieme? La risposta è sì, anche se il noto fenomeno di venti di caduta da monte a valle è piuttosto raro nel trimestre caldo.
I lettori più attenti si ricorderanno che abbiamo parlato in diverse occasioni delle ondate di favonio nello scorso inverno, eccezionalmente frequente in pianura padana e nei fondovalle. Non è l’unico: esistono anche effetti favonici locali in Emilia Romagna e in tutto il versante appenninico, sia adriatico sia tirrenico.
Il motivo è semplice: affinché si attivi, serve il ruolo di barriera di una catena alpina per fare da spartiacque tra aree sopravento e aree sottovento.
Reanalisi del 17 giugno 2017 (cortesia Meteociel): effetto fohn anche in piena estate, con conseguenti valori bollenti e umidità da deserto.
Ma come mai questo fenomeno meteo è poco frequente in estate? Semplicemente perché il gradiente barico (cioè la differenza di pressione al suolo tra un lato e l’altro di una catena montuosa) è molto meno pronunciato rispetto all’inverno: ciò significa che per avere favonio in estate dobbiamo avere un forte alta pressione sulla Francia è un ingresso freddo da nord est.
Non è un fenomeno impossibile, ma come è facile intuire è molto più raro, visto che le depressioni atlantiche sono praticamente inesistenti e negli ultimi anni l’anticiclone delle Azzorre è in sede molto lontana rispetto al nostro paese.
L’unica modalità di attivazione del fohn è quando le isoipse del geopotenziale sono perpendicolari alla catena alpina (previsione per il 28 giugno): in realtà, non si creano vere e proprie e raffiche di vento come in inverno, ma solo delle bolle di aria calda locale dall’umidità bassissima e particolarmente roventi.