La missione portata a termine di recente dalla NASA, con l’atterramento riuscito del lander Insight, ha suscitato l’entusiasmo del mondo intero. Sta infatti iniziando una missione importantissima per la conoscenza di Marte, in vista poi di quello che sarà lo sbarco dell’uomo sul Pianeta Rosso.
Da Marte arrivano novità importanti anche sul fronte di Curiosity, in quanto è così chiamato il rover più veterano che tante scoperte interessanti ha fatto dal 2012 ad oggi. Negli ultimi giorni di novembre Curiosity si è imbattuto su un oggetto misterioso brillante, scovato sul suolo marziano.
Le prime immagini mandate all’Agenzia aerospaziale americana, che mostrano l’oggetto particolarmente lucido, hanno indotto gli scienziati a pensare che si possa trattare di un meteorite schiantatosi su Marte. Alla vista appare come una roccia luccicante, soprannominata “Little Colonsay”.
Si pensa che possa essere un meteorite proprio per il fatto che la composizione della roccia è molto brillante. Tuttavia non vi è certezza e servirà un’analisi chimica, in quanto per ora il rover Curiosity non è stato in grado di studiare la roccia più approfonditamente.
L’ipotesi più probabile è che possa trattarsi di un meteorite in lega di ferro e nichel, esattamente come quello che venne fotografato il 27 ottobre 2016 sempre da Curiosity, che scorrazza all’interno del cratere Gale di Marte da più di 6 anni.
Per esaminare la composizione dell’oggetto, Curiosity lo colpirà con un potente raggio laser prossimamente. Sulla Terra risulta già particolarmente difficile individuare dei meteoriti, mentre l’atmosfera di Marte al contrario è più sottile.
I meteoriti in ferro rappresentano un mero 4,4% di quelli totali presenti sulla Terra, mentre su Marte sono la stragrande maggioranza forse perché questo metallo resiste meglio di altri ai processi erosivi che levigano la superficie del Pianeta Rosso.
Marte viene bombardato più facilmente da ogni genere di meteorite e proprio la sua atmosfera sottile, equivalente ad appena l’1 per cento di quella terrestre, fa in modo che i meteoriti raggiungano il suolo intatti più spesso di quanto avviene sulla Terra.