Nel campo della prevenzione del rischio sul lavoro, si deve tenere conto di fattori potenzialmente responsabili della sicurezza e della salute dei lavoratori. Tra questi rientrano, appieno, gli agenti atmosferici.
Le alte temperature e le radiazioni solari, ad esempio, possono causare gravi problemi di salute. All’aperto vengono svolte tutta una serie di professioni come quelle nel campo delle costruzioni, dell’allevamento, dell’agricoltura piuttosto che la pesca. Sono sono alcuni esempi dei tanti lavori che possono esporci al sole e uno dei problemi più frequenti è il cosiddetto “colpo di calore”, che può portare a svenimento e persino alla morte. Tra i sintomi associati a questa patologia citiamo la contrazioni dei muscoli, l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, aumento della temperatura corporea, disturbi a livello di coscienza. Prima del colpo di calore, la persona interessata può soffrire di vertigini, difficoltà respiratorie, palpitazioni, sete estrema.
L’esposizione al sole a lungo termine può condurre a patologie della pelle: la secchezza e la comparsa di macchie e rughe in eccesso, ma può dare origine a disturbi più gravi quali ad esempio i tumori.
Senza alcun dubbio l’utilizzo di abbigliamento professionale adeguato, utilizzare creme protettive o meno turni di lavoro, ingerire liquidi regolarmente, alimentarsi adeguatamente o lavorare per quanto possibile in gruppi, possono rappresentare alcune misure fondamentali per mitigare questi effetti nocivi.
Anche le basse temperature invernali possono rappresentare una fonte di problemi di salute. Se a questo aggiungiamo elevata umidità relativa, il lavoratore può perdere il calore del corpo rapidamente e senza rendersene conto. Stiamo parlando dell’ipotermia, il disturbo di salute provocato dall’esposizione prolungata al freddo. I sintomi sono la stessa sensazione di freddo pur con temperature diverse, confusione, disorientamento, rallentamento della frequenza cardiaca e respiratoria, arrossamento della pelle. Con il passare dei minuti la persona soffre di debolezza, intorpidimento della pelle, formicolio. Se non si interviene, il lavoratore può collassare o perdere coscienza.
In caso di continua esposizione al freddo si possono subire anche gravi danni alla pelle. Anche in questo caso si consiglia di lavorare con abbigliamento adeguato e evitare i momenti della giornata con le temperature più basse. Anche la creazione di barriere artificiali che proteggono i lavoratori dall’esposizione a forti venti, per esempio, è una buona misura per diminuire l’esposizione termica.
Poi abbiamo quei lavori che portano un maggior rischio legato al meteo estremo: pioggia, vento forte, neve pesante, forti tempeste, nebbie persistenti. La comparsa di alcuni di questi eventi meteorologici possono alterare significativamente le condizioni di sicurezza dei lavoratori. Ad esempio chi lavora su impalcature, scale, piattaforme elevate o in mare… le condizioni marine estreme possono ridurre la stabilità sul posto di lavoro, aumentando il rischio di cadute di diversi livelli.