Il trend meteo per il prossimo Inverno viene prospettato dai super elaboratori con caratteristiche che potrebbero avere fortissime anomalie climatiche. E potremmo anche dire che per i tempi moderni osserviamo, in ambito previsionale, un’evoluzione forse inedita.
Fare paragoni tra l’incertezza di una previsione stagionale e la certezza del tempo del passato è sconsigliato, ma tra le previsioni osservate in passato e quelle che esaminiamo in queste settimane (è quello di cui si discute), i paragoni sarebbe consentiti per esprimere un parere, un giudizio finalizzato a capire dove siamo diretti con il clima terrestre.
Le mappe che vengono continuamente diffuse dal centro meteo americano NCEP Climate Forecast System, prospettano una stagione fuori dagli schemi tradizionali, con anomalie imponenti.
Lo rammentiamo come sempre, il trend stagionale, ovvero le previsioni a lunghissimo termine, sono da interpretare nel loro insieme, e soprattutto è raccomandabile non fare previsioni per aree ristrette se non con ulteriori accurate ricerche, se non finalizzate per taluni scopi.
VORTICE POLARE INSTABILE GIA’ A NOVEMBRE
Le stime di previsione, prospettano un vero caos della circolazione atmosferica nelle alte latitudini, con il rischio di affondi di aria polare gia’ a novembre, ma con precoci eventi anche ad ottobre.
In merito a ciò ci sarebbe da rammentare che ci sono stati anche in passato, mesi di ottobre con ondate di freddo, tanto che la neve è caduta fin sulla Val Padana.
Ma quest’anno le previsioni sono pessime, sono di spiccati estremi meteo, come ampiamente vedremo nell’approfondimento.
PROIEZIONI INVERNO
Le previsioni cambiano di frequente, sono stime, sono studi detti sperimentali, che determinano che tipo di clima avremo nelle prossime stagioni, nei prossimi mesi.
In questa sede commentiamo mappe appena elaborate, che esprimono un’agonia del clima terrestre, il quale invia attraverso le proiezioni dei modelli matematici, un’accentuazione dell’estremizzazione del clima, da reale meteo estremo.
Osservare cosa potrebbe avvenire a dicembre, oppure a gennaio, a febbraio, non ci da una buona affidabilità previsionale, mentre è ben più rappresentativo consultare il trend stagionale nel suo insieme, le rapide fluttuazioni periodiche e quelle riassuntive mensili.
Il risultato è uno sconquasso della normalità, ormai cancellata, e che il prossimo inverno potrebbe subire l’influenza scarsamente preventivabile del Minimo Solare che riduce di alcuni decimi di grado la temperatura terrestre.
Una riduzione che ci potrebbe riportare climatologica mente indietro di uno o due decenni, verso temperature più fredde, ma in un Pianeta surriscaldato.
Ciò causerebbe forti variazioni del tempo, con periodi caldissimi ed altre freddissimi, con ulteriore sconquasso del Vortice Polare che forse prematuramente invierebbe irruzioni di aria gelida sino alle medie latitudini.
I modelli stagionali prevedono anche super aree di bassa pressione che dall’Oceano Atlantico si dirigerebbero verso l’Europa, e queste nella stagione fredda possono assumere l’intensità di uragano.
Ma attenzione, non vi stiamo dicendo che avremo uragani o cataclismi, bensì un’accentuazione dell’estremizzazione del clima che si potrebbe presentare con fenomeni atmosferici di maggior persistenza e intensità.
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