L’articolo in oggetto dovrebbe proporre aspetti tecnici difficilmente comprensibili dai profani, ma a livello di scenari meteo proposti cercheremo di rendere l’argomento il più semplice possibile.
Come ben saprete l’inverno è caratterizzato da una possente struttura ciclonica emisferica che prende il nome di Vortice Polare. Ora, dirvi per filo e per segno come si forma, come evolve e cosa comporta non è possibile.
Servirebbe un trattato scientifico in materia. Diciamo che si tratta di una struttura depressionaria che può presentarsi più o meno forte e tale forza – che di solito si mostra più facilmente alle alte quote – può propagarsi sino al basso.
Se è forte, compatto e in grado di condizionare la troposfera ecco che il freddo rimane confinato ad alta quota (stratosfera). E’ ciò che è accaduto a gennaio, ragion per cui abbiamo avuto frequenti azioni anticicloniche e frequenti incursioni d’aria mite. Ovviamente alle nostre latitudini.
Ma se il Vortice va in crisi, come sta accadendo in queste ore, gli effetti possono essere più o meno eclatanti. A volte può subire semplici spostamenti dalla propria sede (il Polo Nord), a volte può scindersi in due o più parti. Quando si spacca la probabilità che il freddo, o persino il gelo piombi in vaste aree dell’emisfero nord cresce. Ed è quel che sta succedendo.
Attenzione però, stiamo parlando di un intero emisfero e quindi produrre previsioni puntuali non è possibile. Non è possibile concentrarsi sulla singola area geografica, non è possibile dirvi se in Italia succederà qualcosa oppure no.
Quel che è possibile è individuare un impianto di massima e quell’impianto s’inizia a intravedere nei modelli matematici di previsione. Eventi di tal natura non sono così frequenti, eventi di tal natura hanno sovente una rapidità di propagazione e condizionamento fulminei. Per questo riteniamo opportuno procedere con prudenza.