Ecco l’atteso e previsto ormai da giorni, Ciclone mediterraneo. Attenzione, non vi stiamo dicendo che è un Uragano, e che lo diventerà. Ma tuttavia, non sottovalutiamo il fenomeno atmosferico che si sta innescando per effetto di fortissimi contrasti termici, e che nelle prossime 12/18 ore prenderà forza, sopratutto dopo che avrà raggiunto la costa e poi entroterra tra Algeria e Tunisia, per tornare in mare, sul Canale di Sicilia, dove potrebbe invorticarsi in un minimo ciclonico prossimo ai 980 hPa.
E’ quindi una situazione inusuale quella che vedremo, non sappiamo se degenererà in TLC, ovvero in quello che viene definito lontano parente degli Uragani tropicali, ma la profondissima area di Bassa Pressione, in uno spazio così ristretto potrebbe generare fortissimi venti, anche superiori ai 100 km/h, con conseguenti danni alla vegetazione e localmente anche alle cose, oltre che un imponente aumento del moto ondoso.
La previsione meteo delle prossime 24 ore è alquanto difficoltosa, sopratutto perché l’area ciclonica raggiungerà la terraferma nordafricana, per poi splittare verso il caldo Canale di Sicilia e poi il Mar Tirreno meridionale.
Al momento non ci sono previsioni che fanno ipotizzare un evento atmosferico fulmineo e violentissimo come quello accaduto poco più di un anno fa con il ciclone Vaia, il quale dal Nord Africa è risalito verso nord causando ingenti danni.
Va comunque detto che con Vaia vi sono delle affinità, anche se lo sottolineiamo, non dovrebbe raggiungere la medesima intensità.
In questi anni ci troviamo nel periodo autunnale a parlare di cicloni mediterranei. Lo scorso anno uno di questi si formò sul Mar Ionio per dirigersi verso al Grecia, dove fu emessa un’allerta meteo massima.
Un insolito ciclone di origine tropicale raggiunse, pesantemente attenuato, sempre lo scorso Autunno, l’area metropolitana di Lisbona, ma sopratutto il nord del Paese, cagionando danni. Due anni fa un altro ciclone tropicale, anche in quel caso ex uragano tropicale, interessò l’Irlanda, parte dell’ovest dell’Inghilterra e la Scozia (ormai come ciclone extra tropicale).
Il motivo per cui si da risalto a questi fenomeni è perché hanno un occhio che è tipico degli Uragani tropicali, e perché in prossimità del minimo di pressione in quota si registrano temperature superiori rispetto alle aree circostanti (detto anche cuore caldo).
Gli scienziati prospettano che nel futuro, se ci sarà un ulteriore aumento della temperatura terrestre, gli Uragani tropicali potrebbero giungere, anche se piuttosto indeboliti rispetto alle origini, con maggior frequenza le coste occidentali europee, inoltre nel Mediterraneo si potrebbero formare ben più frequentemente, e con maggiore intensità i cicloni di cui parliamo questi giorni. E’ per tale motivo che viene dato molto risalto a questi fenomeni atmosferici, non solo per valutare le conseguenze attuali, ma quello che accadrà nei prossimi anni.
Ora come ora il ciclone mediterraneo favorirà importanti piogge sopratutto sulla Sicilia, la Calabria orientale, la Basilicata ionica, la Puglia, ma anche la Sardegna meridionale e orientale. Tutti questi sono territori assai vulnerabili ai venti di Scirocco. La bibliografia storica è ricca di notizie di alluvioni per queste aree. Inoltre, si avranno forti venti e quindi mari agitati se non in tempesta.
Insomma, si prospetta una situazione piuttosto complessa. Ma per le allerte meteo se ne occupano gli Organi Competenti.
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– ANCONA