L’attenzione, com’è giusto che sia, è focalizzata alle eventuali ripercussioni meteo nostrane del gelo siberiano.
Ma se varchiamo il confine nazionale, curiosando tra i mass media europei non si fa che parlare delle condizioni meteorologiche future. Chi più chi meno sta trattando l’ondata di gelo con la dovuta rilevanza, c’è chi avanza paragoni con annate entrate di diritto nella storia (1956 ad esempio), c’è che già sta ipotizzando disagi inimagginabili.
Ma i centri autorizzati che dicono? Beh, basterebbe citare 2 tra i più importanti: il MetOffice britannico e Meteo France. Entrambi parlano di ondata di gelo eccezionalmente intensa, addirittura si pone l’accento sulla possibile entità storica. Badate bene, non si concentrano esclusivamente sul Paese d’appartenenza, parlano chiaramente di vastità del gelo tale da coinvolgere gran parte del Vecchio Continente.
Si fa riferimento, a ragion veduta, alle differenze modellistiche e quindi all’eventualità o meno che l’aria gelida scorra a nord delle Alpi o che freni sull’Europa centrale scivolando tra Balcani e Mediterraneo. Niente di nuovo, verrebbe da dire. Ma se lo dico loro, che sono due tra gli enti meteorologici più importanti d’Europa, è un’altra cosa. Per non parlare del servizio meteorologico polacco, che sta allertando le autorità e conseguentemente la popolazione.
E che dire degli americani? Se ne parla su AccuWeather, si parla del possibile coinvolgimento di gran parte d’Europa, del Mediterraneo. La si definisce, potenzialmente, come una delle più imponenti ondate di gelo dell’ultimo secolo. E nell’ultimo secolo, per intenderci, abbiamo avuto i notissimi 1929 e 1956.
Insomma, stiamo approcciando un evento meteorologico che resterà nella storia. A prescindere dal grado di coinvolgimento della nostra amata Italia.