Nei primi giorni di due anni fa il caldo estremo africano investiva parte dell’Italia: l’eccezionale calura colpì in modo eccezionale soprattutto la Sicilia e la Sardegna, con temperature persino oltre i 40 gradi. A conferma dell’evento straordinario, si era avuta una scia di record molto significativi: il più eclatante fu quello stabilito da Catenanuova (Sicilia), con ben +41.9°C misurati il 7 maggio, validi tuttora come il nuovo primato europeo assoluto di caldo per il mese di maggio. E in Sardegna il giorno prima, alcune stazioni non ufficiali, avevano addirittura superato i +42°C. Il precedente record mensile europeo era di 41,7°C stabilito ad Andujar, in Spagna. La stessa Spagna arrivò ad un passo dal record estremo alcuni giorni dopo, il 13 maggio, con un picco di ben +41.6°C sulla località di Castuera.
Nuovi record di caldo, sempre per quanto concerne l’Italia, si misurarono anche tra le stazioni del Servizio Meteo Nazionale dell’Aeronautica: fra queste spiccò in assoluto Decimomannu con ben +38,4°C (rispetto al precedente primato di +36,4°C), ma sempre in Sardegna si segnalò anche Perdasdefogu (Sardegna) con +33°C (precedente +32,4°C), poi in Calabria Monte Scuro con +27°C (precedente +25,4°C) e Monte Terminillo (Lazio) con +23,1°C (precedente +22,6°C). A livello nazionale la giornata più calda fu il 6 maggio con una media di +20,4°C (media tra minime e massime), circa 6 gradi oltre la media decadale. Le anomalie risultarono parecchio smorzate dal fatto che il caldo non sfondò sul Nord Italia, dove le temperature risultarono più miti e consone al periodo d’inizio maggio.