Le conseguenze di un eventuale impatto di un grosso asteroide sarebbero catastrofiche per la vita sulla Terra, inutile girarci attorno. La Terra viene colpita da un asteroide di circa 60 metri una volta ogni 1500 anni, mentre un asteroide di 400 metri di diametro potrebbe colpire il pianeta ogni 100mila anni.
Si tratta numeri incoraggianti, ma che non ci possono far stare completamente tranquilli, anche in considerazione dei numerosi passaggi ravvicinati di oggetti spaziali che fanno notizia, come quello del 19 aprile 2017, il più grande asteroide da oltre 10 anni.
Ad oggi sono almeno 1800 gli asteroidi vaganti considerati potenzialmente pericolosi, fra quelli censiti. Basta questo a capire come la minaccia sia concreta, benché gli asteroidi di dimensioni davvero notevoli siano in numero naturalmente più esiguo.
Alcuni di questi asteroidi potrebbero realmente distruggere l’umanità, per questo sono studiati e monitorati con attenzione. Qualora un asteroide di dimensioni medio-grandi fosse in rotta di collisione con la Terra, saremmo capaci di spostarlo? La risposta a questo interrogativo è prevista fra sei anni.
Nel 2024 una navicella grande più o meno come un frigorifero impatterà a 21.000 chilometri l’ora contro un asteroide del diametro di 160 metri, denominato Didimo B per verificare la possibilità di modificare la traiettoria di un asteroide con un impatto esterno.
La missione denominata DART (Double Asteroid Redirection Test), è passata dalla fase di sviluppo concettuale a quella di progettazione e servirà a verificare se con l’attuale tecnologia siamo in grado di deviare un eventuale asteroide in rotta di collisione con la Terra.